Il coronavirus mette in crisi le imprese. “Migliaia a rischio, Regione intervenga”

In Sardegna sono 6.574 le micro, piccole e medie imprese artigiane che si occupano di attività legate al turismo che cominciano a percepire gli effetti economici, diretti e indiretti, della paura da Coronavirus, con il conseguente rischio di pesanti riduzioni del giro d’affari o di una chiusura.

Trasporti, ricettività, ristorazione, agroalimentare, servizi turistici, benessere, intrattenimento, attività ricreative e culturali ma anche produzione e vendita di monili, artigianato artistico: più di una impresa su cinque, delle 35mila realtà artigiane della Sardegna, è coinvolta, direttamente o con l’indotto, nel mercato turistico regionale e soddisfa le richieste dei 3,2 milioni di arrivi e dei 15 milioni di presenze. Ammonta, invece, a 10.227 il totale delle imprese artigiane di tutti i settori, con 24.960 addetti, che sta segnalando difficoltà a causa dell’epidemia.

Sono i numeri chiave del dossier “Imprese e valore artigiano in Sardegna”, realizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato Sardegna, che ha analizzato i comparti sardi del turismo e dell’artigianato attraverso i dati Istat, Unioncamere e Movimprese del 2019. “Le imprese artigiane e le micro e piccole realtà sono fortemente preoccupate per le conseguenze del virus cinese sull’economia sarda, per questo lavoriamo per scongiurare una ‘recessione’ dell’Isola – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – da ogni parte della nostra regione e da numerosi settori imprenditoriali, riceviamo quotidiane segnalazioni di rallentamenti di attività e ordini. In modo specifico parliamo dei trasporti, con bus e taxi, del benessere, con acconciatori e palestre, e ovviamente della ristorazione, degli eventi e della ricettività”.

Confartigianato Sardegna, quindi, si rivolge alla politica regionale per un immediato e forte intervento a sostegno della piccola imprenditoria. E chiede al presidente della Regione la convocazione urgente di un tavolo istituzionale di crisi, composto dalle parti sociali, per ragionare sugli effetti negativi che il Coronavirus avrà anche sulle imprese isolane, per far fronte a una situazione di criticità economica che potrebbe proseguire per mesi.

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