Fusione aeroporti, schiaffo a Moro e Solinas: “La parte pubblica è già oltre il 20%”

Alessandra Carta

“Il capitale di Nord Sardegna aeroporti (Nsa) sarà detenuto da soggetti pubblici per una quota complessivamente ben superiore al 10 per cento“. Si legge così in un passaggio della nota stampa che alle redazioni dell’Isola è stata spedita alle 17,23 da Geasar e Sogeaal, le due spa che gestiscono gli scali di Olbia e Alghero rispettivamente e si preparano alla fusione. È una risposta, la mail della futura Nsa. Una risposta all’assessore ai Trasporti, Antonio Moro, che in tarda mattinata, in Consiglio regionale, ha fatto la voce grossa contro la rete societaria tra gli hub del Nord dell’Isola annunciando lo stop di Enac all’operazione.

In realtà, come ricostruito almeno in parte da Sardinia Post, la questione è un’altra ed è molto diversa: in nome di una battaglia sovranista che Moro ha messo in piedi da settimane, seguito da oggi anche dal presidente Christian Solinas, il Psd’Az ha finito per sollevare un ostacolo normativo che non esiste. Lo si ricava sempre dal comunicato di Geasar e Sogeaal. Quando infatti Nsa prenderà la forma definitiva, saranno nella compagine societaria pure le “Camere di commercio di Sassari e Nuoro“, l’una col 9,38 per cento di quota, l’altra al 7,89. “La Regione, per il tramite della collegata finanziaria Sfirs, avrà invece “il 3,29, per un totale che rappresenta oltre il 20 per cento del capitale sociale di Nsa”. Precisamente il 20,56. Questo azionariato si sommerà alle quote di F2i Ligantia, la holding controllata dal fondo italiano F2i Sgr e partecipata dalla Fondazione di Sardegna e dagli americani di Blackrock infrastructure,

In buona sostanza, quando stamattina Moro si è rivolto al Consiglio regionale sostenendo che l’Enac ha bloccato la fusione perché è illegittimo non concedere il 10 per cento di quote alla Regione, ha detto una cosa non corretta. Moro ha parlato solo di Regione al 3,29 dimenticando gli altri soci pubblici. Non solo: quei dieci punti base di capitale invocati dall’esponente della Giunta e considerati imprescindibili per “esercitare la facoltà di richiedere la convocazione dell’assemblea dei soci” sono sì previsti all’articolo 4 del decreto ministeriale 521/1997, al comma 1 lettera C, ma anche già superati dalla stessa decisione di Nsa.

Infatti: “In ottica di piena apertura e collaborazione nei confronti di tutti i soci pubblici, e non solo nell’interesse della Regione Sardegna – è scritto ancora nella nota stampa di Geasar e Sogeaal -, si conferma quanto già rappresentato per le vie brevi a Enac, ovvero la disponibilità a procedere con una modifica dello statuto di Nsa per attribuire la facoltà di richiedere la convocazione dell’Assemblea a tutti gli azionisti che detengano almeno il 2,5 per cento“. L’obiettivo dichiarato è “agevolare la partecipazione dei soci di minoranza alla vita sociale di Nsa”. Da Geasar e Sogeaal si precisa che “tale facoltà è una soluzione già applicata e apprezzata in altri processi di aggregazione virtuosi, portati a termine in altre regioni d’Italia, tra cui l’integrazione tra gli scali di Napoli e Salerno”.

Quindi, per riepilogare: anche senza l’apertura di Nsa che attribuisce il diritto di richiedere la convocazione dell’Assemblea anche agli azionisti di minoranza con almeno il 2,5, nella Nord Sardegna aeroporti la parte pubblica è già garantita avendo il 20,56 per cento di quote, cioè ben oltre la soglia prevista del Dm 521 che nel 1997 ha fissato le regole per assegnare a società di capitali la gestione di servizi e infrastrutture aeroportuali. Ecco perché Moro sbaglia quando dice che Enac blocca la fusione. I termini della costituzione di Nsa sono fissati dal decreto ministeriale 521.

A questo punto, visto il falso problema sollevato da Moro con il beneplacito di Solinas che è uscito allo scoperto accodandosi alla battaglia, Geasar e Sogeaal si sono portate avanti coi compiti e hanno fissato per il 29 maggio prossimo la convocazione degli azionisti. La chiamata ai soci delle due spa ha un solo punto all’ordine del giorno: “Deliberare in merito alla fusione“. Lo scacco matto a Moro e Solinas è servito. A riprova che Enac non ha stoppato alcunché. “Avevamo ragione noi”, ha sottolineano Moro davanti gli onorevoli sardi. Ma non è andata esattamente così. La fusione si farà. Nsa vedrà la luce. Con il sì di Enac.

Alessandra Carta

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