Aeroporti, Enac ribadisce le regole: sì a fusione. Ma la Regione deve dire cosa vuole

Alessandra Carta

La fusione degli aeroporti si può fare eccome. Parola di Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile che in una missiva indirizzata alle due spa che gestiscono gli scali di Olbia e Alghero ha ribadito le regole del gioco. Oggi in Consiglio regionale ne ha parlato l’assessore ai Trasporti, Antonio Moro, che agitando la bandiera dei Quattro Mori, il suo partito, ha deciso di boicottare l’operazione già concordata a suo tempo tra parte pubblica e partner privato.

La lettera citata da Moro l’ha firmata Pierluigi Di Palma, numero uno di Enac. A riceverla sono state rispettivamente Geasar e Sogeaal: l’una alla guida dello scalo gallura del Costa Smeralda, l’altra a capo del Riviera di Corallo nella Catalogna isolana. Le due società, che condividono l’azionista di maggioranza, si apprestano a mettersi sotto lo stesso ombrello della nuova spa a cui sarà affidata la regia del sistema aeroportuale nel Nord Sardegna.

È F2i Ligantia il fondo che a Olbia e a Alghero detiene le maggiori quote del capitale. Si tratta  di una holding controllata dal fondo italiano F2i Sgr e partecipata dalla Fondazione di Sardegna e dagli americani di Blackrock infrastructure. Ligantia di mestiere fa proprio il gestore degli scali: nel nostro Paese controlla anche Malpensa, Napoli, Torino, Bologna e Trieste.

In Geasar la holding ha in mano il 79,8 per cento dell’azionariato. Seguono le Camere di Commercio di Sassari (10%) e Nuoro (8%), la Regione (2%) e il Consorzio Costa Smeralda (0,2%). In Sogeaal invece F2i Ligantia è al 71,25 per cento, la Regione al 23,03 e la Sfirs, una delle casseforti pubbliche dell’Isola, al 5,69.

In Aula l’assessore Moro ha letto su un foglio e detto: “All’esito di approfondimenti istruttori, Enac ha comunicato alla società Geasar e alla Sogeaal, concessionarie della gestione totale degli aeroporti di Olbia e Alghero – di ritenere che allo stato non possa essere autorizzato il prospettato progetto di fusione in un’unica società di gestione denominata Nord Sardegna Aeroporti (Nsa)”. In realtà a leggere integralmente la missiva, emerge che Enac non prende posizione ma rileva semplicemente che “nella nuova società la Regione e la Sfirs verrebbero ad avere un peso complessivo di poco superiore al 3 per cento e comunque tale da non raggiungere la quota del 10 necessaria per avere la facoltà di richiedere la convocazione dell’assemblea”.

La lettera di Enac, come riporta anche l’Ansa, prosegue così: “Tale ipotesi ha determinato valutazioni critiche sul merito dell’operazione da parte della Regione Sardegna”, la quale ritiene “di esercitare il proprio diritto potestativo di mantenere la quota del 10 per cento che permette di esercitare le prerogative societarie; sicché l’operazione di fusione si pone in contrasto con le previsioni, i principi e il quadro normativo di riferimento sulla base del quali si era proceduto all’affidamento della gestione totale dei citati aeroporti”.

Enac, semmai, in punta di penna evidenzia che la Regione ha cambiato idea. E quell’articolo ex 46 del Codice della navigazione, citato da Moro in Aula, altro non è che l’appiglio normativo su cui il Psd’Az sta costruendo la propria marcia indietro rispetto agli accordi iniziali. La sensazione è che sulla contrarietà alla fusione degli aeroporti il Psd’Az stia provando a costruire un pezzo di campagna elettorale, in vista delle Regionali di febbraio 2024. Portandosi dietro al momento solo la Lega, l’alleato col quale i Quattro Mori si presenteranno alle urne tra nove mesi attraverso una lista unica.

La cartina di tornasole sul tentativo di giocare la carta degli aeroporti per improvvisare una battaglia sovranista è data dalla nota stampa diffusa dall’Ufficio stampa di viale Trento. Per la prima volta, sul tema interviene anche il presidente Christian Solinas. “La Regione non può essere tagliata fuori dalla gestione e dal controllo degli scali sardi, parte integrante di un sistema nevralgico per tutta l’Isola, e anzi ha il dovere di intervenire in difesa del diritto alla mobilità di tutti i sardi”.

Anche Solinas in qualche modo attribuisce all’Ente per l’aviazione civile una parzialità invero non avuta. Dice ancora il presidente: “La presa di posizione netta e autorevole dell’Enac è il giusto riconoscimento del nostro ruolo di garanti dell’autonomia e del principio di insularità, una nuova conferma che la linea portata avanti dalla Giunta va nella direzione giusta”. né Moro né Solinas, tuttavia, hanno mai detto che l’aeroporto di Alghero, decotto dai tempi di Francesco Pigliaru governatore, non si sarebbe mai salvato senza l’intervento dell’ex maggioranza al governo della Regione, a cui lavorò l’ex assessore ai Trasporti, Massimo Deiana.

Lo scontro sulla fusione degli aeroporti del Nord isolano è solo un pezzo della battaglia, usato in qualche modo da Moro, e adesso anche da Solinas, come grimaldello per provare a mandare all’aria l’altra metà delle aspirazioni targate F2i Ligantia. Ovvero l’obiettivo di portare sotto propria ala protettrice pure lo scalo di Cagliari. Una storia con all’apparenza altri protagonisti (qui l’approfondimento di Sardinia Post), ma l’onda cavalcata è la stessa attraversata dall’assessore e dal governatore. Ma col resto della maggioranza sempre silente. Non esattamente un’operazione politica condivisa.

Alessandra Carta

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share