Lo dicono da mesi e il progetto della mega nave gasiera per stoccare il Gnl a Portovesme, nella zona industriale del Sulcis, continua a non piacere. Il Comune di Portoscuso avanza nuovi dubbi sulla proposta contenuta nel decreto Sardegna sull’energia, appena controfirmato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e che ora passa al vaglio del premier Mario Draghi. Un’idea che ha già fatto storcere il naso anche agli ambientalisti, ma che resta contenuta nel provvedimento. La sistemazione di una Fsru (Floating Storage and Regasification Units, ndr) nel porto di Portovesme con capacità netta di stoccaggio adeguata a servire il segmento Sud industriale e termoelettrico, nonché il bacino di consumo della città metropolitana di Cagliari. Le Fsru stoccano il gas naturale liquefatto fornito dalle navi cisterna e lo rigassificano per il successivo utilizzo sulla terraferma.
“Le condizioni tecniche del porto di Portovesme, come abbiamo già specificato nelle osservazioni sulla valutazione di impatto ambientale presentate al ministero della Transizione ecologica, non consentono di posizionare la nave gasiera dentro lo scalo sia per quanto riguarda il dragaggio accanto alla banchina e dell’imboccatura e per l’impatto cumulativo ambientale visto che si tratta di una nuova installazione industriale, oltretutto vicino alle abitazioni – spiega il primo cittadino di Portoscuso Giorgio Alimonda -. Questa soluzione creerà una serie di problemi perché di fatto impedirà per anni lo sviluppo del più grande porto passeggeri e merci del Sulcis. Ma attenzione – spiega – non siamo contro il gas ma contro questa soluzione anche sacrifica un paese intero e non è neppure funzionale al polo industriale o alla Sardegna. Si sarebbe potuto prevedere un deposito costiero o uno in mare a 20 chilometri dalla costa come è stato pensato per altre realtà territoriali. Inoltre – incalza – bisognerebbe ponderare bene la questione del prezzo del gas, oggi molto alto. Forse sarebbe da rispolverare il progetto Galsi che ritorna di attualità e potrebbe rappresentare una valida alternativa allo stoccaggio del Gnl in porto su una mega gasiera”.
La questione riguarda tutto il territorio del Sulcis, già penalizzato in passato nel post industrializzazione. “Le scelte di politica industriale sono doverose oltre che urgenti per evitare le chiusure di quelle attività economiche che ancora garantiscono occupazione sul nostro territorio”. Ha detto ieri in Consiglio comunale, il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu che ha portato all’attenzione dell’assemblea cittadina la situazione riguardante il Polo industriale di Portovesme e la vertenza energia. “Comprendendo la gravità della situazione che sta portando a uno stato di mobilitazione preoccupante, ci uniamo all’invito delle segreterie territoriali per dare risposte in tempi celeri che possano portare a una soluzione non solo sull’abbassamento del costo dell’energia e dei carburanti, ma anche per un chiarimento sul prospettive future del territorio in vista della transizione energetica e della gestione dei fondi del Just Transition Found – ha spiegato il primo cittadino – oltre a manifestare totale vicinanza e solidarietà ai lavoratori abbiamo intenzione di prendere parte alla prossima riunione in Regione per un cambio di passo”.