“Una situazione disastrosa“. È la sintesi della vicenda sulla continuità territoriale aerea fatta da sindacati a industriali (oltre ovviamente agli esponenti politici). La situazione, allo stato attuale, prevede il più classico del tutto da rifare visto che anche la compagnia Ita, dopo Volotea, è stata esclusa dalla gara per l’affidamento del servizio di continuità territoriale aerea, “per carenza di requisiti”.
I primi a lanciare l’allarme sono stati i sindacati che vanno all’attacco. In particolare Cgil e Uil lanciano un appello rispettivamente al governatore Solinas e al Governo Draghi perché intervengano subito. “Un disastro sotto tutti i punti di vista le cui conseguenze le stanno subendo i sardi – osserva il segretario generale della Filt Cgil Sardegna, Arnaldo Boeddu – non sono state sufficienti 7 proroghe per trovare una soluzione ma, per l’ennesima volta il diritto alla mobilità è appeso ad un cavillo e ad alcuni documenti non presentati”.
Michele Palenzona, segretario Cisl Trasporti settore aereo, si chiede se “ancora una volta a pagare saranno i sardi. Questa ulteriore seconda fase di incertezza porterà disagi per i passeggeri isolani. I tempi tecnici per adeguare i sistemi di prenotazione sono di due o tre giorni e il rischio è che la Sardegna e i sardi rimangano senza voli in continuità per chissà quanto tempo”.
Sulla stessa linea anche William Zonca, segretario della Uiltrasporti Sardegna: “Purtroppo non siamo riusciti neanche con la procedura d’urgenza a garantire la presenza di un vettore per la continuità territoriale. Speriamo che non succeda ancora il peggio cioè andare a libero mercato co, peggio, che si vada verso una continuità garantita solo dalle low cost“.
Dai sindacati agli industriali perché anche la Confindustria Sardegna esprime forte preoccupazione: “La vicenda, con la recente esclusione di Ita per carenza di requisiti e la precedente di Volotea per vizi di forma, assume contorni sempre più drammatici e apre prospettive inaccettabili per l’economia e per l’intera società sarda”, denuncia in una nota.
“Dopo anni di gestione emergenziale, caratterizzati da rinvii, proroghe ed aggiustamenti dell’ultimo momento si è arrivati ad una condizione di confusione e totale incertezza – sottolinea l’associazione – che emargina ancor più la Sardegna, già duramente provata da decenni di crisi economica e dalla recente crisi sanitaria. Un danno economico, sociale e di immagine che colpisce indistintamente tutti i comparti produttivi, pregiudicando le prospettive di sviluppo e progresso sociale, di programmazione di qualsivoglia attività sia economica che individuale, andando a colpire imprenditori, professionisti, lavoratori, studenti, turisti, bisognosi di cure ed ogni cittadino che avrebbe il diritto ad una mobilità funzionale, equa e affidabile”.
Per la Confindustria, è “inutile cercare alibi esterni e diversi che non risolvono i problemi e fanno perdere ulteriore tempo. Occorre piuttosto assumersi titolarità e responsabilità diretta di quanto sta avvenendo chiamando quelle competenze che sono assolutamente necessarie per riconnettere la Sardegna, la sua economia e società con il mondo civile”.