Concessioni balneari, proroga al 2033. Ultimatum della Regione a sei Comuni

Non è piaciuta all’assessore regionale degli Enti Locali, Quirico Sanna, la dura presa di posizione di sei Comuni sardi che rifiutano di prorogare le concessioni demaniali balneari sulle spiagge di loro competenza al 2033, come stabilito due anni fa nella legge statale di Bilancio varata dall’allora governo giallo-verde, che prevedeva una proroga di 15 anni. E a nulla sono servite le motivazioni dei sindaci di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Olbia, Arzachena, Loiri Porto San Paolo e Posada che hanno invece, nell’ultima settimana di dicembre, prorogato le attuali concessioni soltanto di un anno per non andare contro la normativa europea della direttiva Bolkestein.

Così Sanna si è infuriato e ha minacciato il commissariamento: “Estendete entro 15 giorni le concessioni balneari sino al 31 dicembre 2033 o vi commissariamo”. “La proroga è disposta dalla legge statale – precisa l’assessore nel suo ultimatum – la Regione e gli altri enti competenti non hanno alcun potere discrezionale rispetto alla sua attuazione”. La Regione aveva recepito esattamente un anno fa, con una determinazione firmata dal dg Umberto Oppus, la norma inserita nella legge statale di Bilancio 2018: da quel momento tutti i Comuni avrebbero dovuto adeguarsi. Il primo a sollevare la questione, sempre nel gennaio 2020, fu il primo cittadino di Olbia Settimo Nizzi, che si scagliò contro la Regione e una determinazione, a suo dire, “illegittima inefficace e ininfluente”. Così Nizzi e gli altri cinque sindaci hanno prorogato le concessioni di un anno o addirittura di pochi mesi come nel caso di Quartu.

Per l’avvio delle diffide e della procedura di commissariamento canta vittoria Federbalneari Sardegna, che avoca a sé il merito del provvedimento della Regione. “Per la prima volta in Italia una Federazione chiede e ottiene il commissariamento di enti locali inadempienti – sottolinea il segretario Claudio Maurelli – . La diffida ai sindaci non si era mai verificata nella storia della politica regionale, ma siamo consapevoli di averle tentate tutte per evitare questo epilogo”.

Per il presidente Mario Isoni, addirittura, quelle dei Comuni ostili alla proroga sono “prese di posizione fuori legge”. Soddisfatto anche il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Dario Giagoni. “La proroga tecnica voluta da alcune amministrazioni è intollerabile. Abbiamo espresso in più occasioni vicinanza al mondo della piccola e media impresa balneare sarda, che durante questo anno difficile non ha chiesto aiuti o interventi economici – prosegue Giagoni – ma un’estensione quindicennale delle concessioni comprensibile e lecita che consentirà loro investimenti e finanziamenti altrimenti preclusi e garantirà serenità ai lavoratori del comparto”. Quanto all’impasse creatosi tra Regione e Comuni, “la presa di posizione di alcuni enti locali è incomprensibile – conclude l’esponente della Lega – e altrettanto incomprensibile sarebbe stato il ritardo della Regione nel prendere posizione”.

Ma nonostante le prese di posizione politiche che si susseguono in tutta Italia manca poco alla scadenza del 2 febbraio 2021 quando l’Italia dovrà rispondere ai rilievi sollevati dalla Commissione europea. In Sardegna – dove il sistema balneare occupa il 7 per cento delle coste, con 600 imprese (contando anche i gestori di pontili, diving, ecc.) che danno lavoro a 1.500 operatori fissi e 4.500 stagionali. (mar.pi.)

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