Concessioni balneari per altri 15 anni, l’Europa verso la procedura d’infrazione

La notizia non era certo inattesa – al contrario il ministro delle Politiche agricole e Turismo, Gian Marco Centinaio, aveva profetizzato l’esito quasi scontato -, ma per i concessionari di stabilimenti balneari in Italia è stata una doccia fredda. La Commissione europea ha chiesto all’Italia di ritirare la proroga automatica di quindici anni delle concessioni sulle spiagge italiane, altrimenti entro l’estate scatterà la proceduta di infrazione che peserà su tutti gli italiani.

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Il colpo alla cosiddetta direttiva Bolkestein era stato assestato con la Manovra 2019, attraverso la proroga fino al 2034 delle concessioni balneari – ottenute nel passato e spesso a costi davvero contenuti – senza il rischio che queste possano essere messe a gara. Un “obiettivo fondamentale” per il ministro Centinaio, “perché consentirà di lavorare ancora meglio per trovare una soluzione definitiva e permetterà ai balenari di programmare le loro attività e fare gli investimenti che meritano”. Ma già lo aveva annunciato, “la partita però non si chiude qui, al 99 per cento si andrà verso la procedura di infrazione”. E così è stato.

In un’intervista al quotidiano La Repubblica Centinaio ha assicurato ieri che cercherà di fare di tutto per evitare la procedura, che peserebbe su tutti i concessionari: “Cercheremo di far capire alla Commissione che le concessioni balneari non sono servizi e quindi non entrano nel perimetro della Bolkestein. Stiamo studiando le argomentazioni da portare a Bruxelles. Faremo di tutto per evitare l’infrazione e per far capire all’Europa la nostra posizione. Se poi non sarà possibile, valuteremo la situazione”.

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In Sardegna – dove il sistema balneare occupa il 7 per cento delle coste, con 600 imprese (contando anche i gestori di pontili, diving, ecc.) che danno lavoro a 1.500 operatori fissi e 4.500 stagionali – a opporsi da subito alla proroga del Governo era stato il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, che si era rifiutato di attuarla convinto che andasse contro la direttiva europea. Per questo era stato anche bacchettato dal ministro Centinaio e dal suo compagno di partito, il senatore Maurizio Gasparri.

Mar.Pi.

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