“Il Banco non può essere accusato di non aver difeso i diritti dei cittadini nell’avvantaggiarsi della legge regionale 32 del 1985, visto che ha in essere uno stock di 7.800 mutui regionali per un capitale erogato di 658 milioni”. Lo sostiene il direttore generale del Banco di Sardegna, Giuseppe Cuccurese, a pochi giorni dall’approvazione, da parte della Giunta regionale, della disdetta delle convenzioni in vigore con Banco di Sardegna, Banca Intesa San Paolo e Unipol Banca.
“Il Banco prende atto e resta in attesa di valutare le condizioni che saranno riviste quando verrà avviata una nuova procedura”, aggiunge Cuccurese. Venerdì scorso, l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, aveva argomentato: “Nonostante le sollecitazioni, le operazioni di rinegoziazione non hanno avuto buon esito, il 9 settembre ho scritto alle banche, ribadendo che la mancata applicazione delle direttive crea un danno economico ai sardi e alle casse della P.a. Non avendo avuto alcun riscontro, abbiamo deciso di revocare la convenzione in difesa dei sardi e dei loro diritti”.
Il Banco fa sapere oggi di essersi invece prontamente attivato “per andare incontro alle richieste di rinegoziazione di 218 mutuatari L.R. 32/85; così facendo, è stata anche riversata alla Ras la relativa quota di contributo interessi sulle rate a scadere, senza quindi creare alcun danno economico ai cittadini e tanto meno alle casse della pubblica amministrazione”. Inoltre, “altri 60 mutuatari hanno preferito attendere la scadenza della rata di dicembre per decidere se chiedere, da inizio 2017, la rinegoziazione sulla base del nulla osta regionale oppure se chiedere altre soluzioni”. Il Banco ricorda infine, “che la Regione interviene unicamente con un contributo in conto interessi e per un periodo limitato nel tempo, mentre il Banco eroga il capitale con fondi propri e a proprio esclusivo rischio per l’intera durata del mutuo”.
(foto di Roberto Pili)