Ottobre, sud ovest della Sardegna, territorio del Sulcis, percorrendo la strada che da Teulada arriva fino al Comune di Santadi, tra un tornante e l’altro, panorami sulle colline a destra, scorci di mare a sinistra. Quando si entra nel centro abitato di Santadi si percepisce subito uno stile di vita meno frenetico, un incedere del tempo che scorre lento, piacevole, gli anziani del paese seduti nelle piazze a parlare tra loro e scrutare i passanti, le piccole botteghe, il panificio, una rivendita di prodotti del territorio. Giunti poco dopo l’uscita del paese abitato in direzione Carbonia, dal 1960 anni sorge, più attiva che mai la Cantina di Santadi, gioiello del territorio e una delle cantine più importanti della Sardegna.
Una produzione tra le più imponenti in Sardegna, con uve conferite da 200 soci che ogni giorno lavorano e rispettano un disciplinare che permette di mantenere rigidi applicativi, oltre che contribuire a dare il nome a una delle zone a vocazione vitivinicola più note in Italia: “il Carignano del Sulcis”. Qui vengono prodotte migliaia di bottiglie dai nomi noti e presenti in tutti gli angoli del mondo: Terre Brune, Shardana, Rocca Rubia, Villa di Chiesa, Latinia, Froris. Decine di premi, riconoscimenti, menzioni in tanti dei concorsi enologici più importanti dei 5 continenti. Ma qui la vita scorre sempre con i tempi imposti dalla vite, che con cicli regolari guida l’attività dei soci.
All’ingresso della Cantina simboli della vita dei campi, le botti d’acciaio, ci accolgono il Presidente della cooperativa Elvio Daniele Curreli, che da luglio ha preso il testimone dall’uomo simbolo della cantina degli ultimi 40 anni ovvero il Presidente emerito Antonello Pilloni, e in sua compagnia Massimo Podda, il direttore commerciale e coordinatore amministrativo della struttura, manager cagliaritano che da qualche anno guida la cooperativa nella sua parte operativa: produzione, distribuzione, marketing, comunicazione.
Il Presidente con orgoglio trasmette da subito il senso di appartenenza a questa famiglia. Lui, socio dal 1985, siede nel Consiglio di Amministrazione dal 1997 e ha visto crescere di anno in anno, al fianco di Antonello Pilloni, la produzione, i mercati e il fatturato della cantina.
Massimo Podda, invece ha bene in mente come guidare la Cantina e nel 2024 questa stella polare ha trovato il giusto mix su due direzioni: contribuire a valorizzare il territorio fin dalle sue radici, ma nel contempo aprire i target del mercato al consumatore più giovane e alle donne.
Nel primo caso ci viene mostrato con orgoglio e a ragione il volume prodotto e stampato nel 2024 dal titolo “Terroir Sulcis”, un articolato volume di centinaia di pagine con stupende immagini che raccontano il territorio del Sud Sardegna in maniera trasversale: non solo cantina, vino, uve, vigne ma anche artigiani, spiagge, siti archeologici e tradizioni. Un inno e un invito a venire in questo angolo di Sardegna per mare, montagna, tramonti, archeologia, buon vino e buon cibo.
Nel secondo caso, il 2024 ha visto nascere un nuova referenza, Froris, il rosè Carignano del Sulcis DOC. Un Vino dalla veste rosa tenue e dal profumo delicato, puro e schietto che unisce note di frutti rossi alla mineralità tipica di questo territorio. E’ rivolto ai giovani, alle donne e ai momenti felici della lunga estate sarda.
Cantine Santadi non ha comunque rinunciato ad occupare spazi importanti nel settore degli eventi legati alla musica come partner di “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, alla letteratura con “Marina Cafè Noir” e allo sport con l’importante sponsorizzazione del Cagliari Calcio.
Ma il 2024 è anche il 40° compleanno di quello che è considerato il primo grande vino dell’enologia in Sardegna, ovvero il Terre Brune Carignano del Sulcis Superiore.
Prima annata, 1984, andata in commercio qualche anno dopo, un perfetto assemblaggio di uve Carignano creato da uno dei maestri dell’enologia italiana, ovvero Giacomo Tachis, padre di importanti supertuscan.
Anche sul versante dei bianchi, il 2024 si è contraddistinto per il lancio della nuova bottiglia del Villa Di Chiesa, prodotto da Vermentino e Chardonnay. Viene affinato per circa otto mesi in barrique. Con un profumo di frutta matura e una delicata nota di vaniglia, il gusto è caratterizzato da potenza ed eleganza, vellutato, speziato e di lunga durata.
La bottiglia ha abbandonato la forma bordolese per passare a una versione borgognotta con una veste elegante e che ne valorizza il posizionamento nel mercato.
La Cantina di Santadi accoglie gli amanti del vino per raccontare le tradizioni del saper fare vino. La visita comincia all’esterno della Cantina, attraversa le aree di produzione e conduce alla scoperta della barricaia.
Per info e orari andare su Tour and Wine Tasting
contenuto offerto in collaborazione con Cantine Santadi