“Alla Sardegna le briciole del Pnrr”. Ecco gli errori di Solinas spiegati coi numeri ufficiali

Alessandra Carta

di Alessandra Carta

“Malgrado il voto unanime in Consiglio regionale, Christian Solinas non ha mai istituito il tavolo tecnico-politico previsto per la definizione di quegli svantaggi strutturali e infrastrutturali su cui anche la Corte Costituzionale si era pronunciate nel gennaio del 2019 e che si sarebbero dovuti tradurre in progetti utile per il Pnrr”. A disegnare il quadro sulla disfatta di Solinas e del centrodestra con il Piano nazionale di ripresa e resilienza è Cesare Moriconi (nella foto), primo firmatario di una mozione protocollata in Consiglio regionale e presentata ieri alla stampa insieme al resto dell’opposizione (c’erano i capigruppo di Pd, Progressisti e M5s, nell’ordine Gianfranco Ganau, Francesco Agus e Roberto Li Gioi“.

Il fallimento di Solinas – che non è personale ma ricade su tutti i sardi – è scritto nei numeri ufficiali sul sito del Mims, il Ministero delle infrastrutture e della Mobilità sostenibile che sta gestendo per conto dello Stato una quota importantissima della partita del Pnrr. Infatti: da Bruxelles l’Italia ha ottenuto 191,5 miliardi, a cui si aggiungono i 30,6 di risorse nazionale ascritte come Fondo complementare.

Di tutta queste torta, il Mims ha in mano 60,1 miliardi e alla Sardegna ne ha riconosciuto 1,2. È il 2 per cento scarso delle risorse totali e arriverà unicamente da quella porzione di Pnrr cosiddetta ‘regionalizzata’, cioè assegnata da Roma per interventi locali. Sono in tutto 25,6 miliardi euro. “La nostra Isola – dice ancora il consigliere dem – è stata totalmente esclusa dai finanziamenti destinati all’Alta velocità“. E sono altri 25,3 miliardi.

Quindi, per tirare le somme: la Sardegna, vista l’assenza di una cabina di regia, è rimasta fuori dalla possibilità di entrare nella ripartizione di tutto il Pnrr. Per arrivare a 60,1 miliardi, ma togliendo i 25,6 ‘regionalizzati’ e i 25,3 dell’Alta velocità, ne mancano ancora 8,9. “Ma neppure quelli – sottolinea Moriconi – saranno alla portata della nostra Isola, dal momento che verranno utilizzati dallo Stato per finanziarie progetti territoriali considerati di valenza strategica nazionale. Questo perché “la Giunta Solinas, ancora una volta, non ha presentato interventi di valore né il Consiglio regionale e le parti sociali ed economiche sono mai stati convocati per discutere di Pnrr”.

Come scritto nelle venti pagine di mozione firmata da Moriconi e come abbiamo spiegato all’inizio di questo approfondimento, a febbraio del 2019, quando il centrodestra di Solinas ha vinto le Regionali, ha avuto in eredità il vantaggio della sentenza della Consulta che metteva la nostra Isola nelle condizioni di rivendicare risorse per colmare gli storici ritardi nello sviluppo”. Dall’energia alle strade passando per i trasporti.

Solo un mese prima del voto, infatti, la Giunta di Francesco Pigliaru, per il tramite dell’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, aveva vittoriosamente combattuto la battaglia Stato-Regione sulle entrate davanti alla Consulta. I giudici costituzionali riconobbero che Roma, attraverso le varie Leggi nazionali di bilancio, aveva chiesto troppi soldi alla Sardegna sotto forma di accantonamenti, cioè soldi a copertura del debito pubblico italiano.

Per dare il via al percorso di riappropriazione del mal tolto, “la Giunta Solinas aveva sessanta giorni di tempo, a partite dall’accordo Stato-Regione di fine 2019”. I due mesi sarebbero scaduti il 6 gennaio del 2020. Significa che da quel momento “la Regione avrebbe potuto convocare gli Stati generali della Sardegna per aprire il confronto sui nuovi progetti di sviluppo da elaborare”, precisa Moriconi.

Invece paralisi assoluta. Tant’è: a settembre 2021, quando il Governo ha approvato il decreto legge 121, per Solinas sarebbe dovuta scattare la sveglia. Non fosse altro che il comma 1 bis dell’articolo 15 prevedeva una cosa precisa. “I criteri di ripartizione delle risorse del Pnrr – dice ancora Moriconi – avrebbero dovuto seguire le priorità stabilite dal tavolo tecnico-politico. Ma essendo la Giunta Solinas immobile sull’attivazione della cabina di regia, non si è mai mossa foglia sulla programmazione degli interventi”. Oggi la Sardegna è nella stessa identica condizione di inerzia. Ma con la differenza che il treno del Pnrr è già passato ed è perso. Irrimediabilmente.

Tragicocomico, in questo scenario, il fatto che Solinas, anche di recente, il 27 aprile scorso, ha esultato per il riconoscimento in Costituzione della condizione di insularità della Sardegna, avvenuta con un voto a Palazzo Madama. “Invece – prosegue Moriconi – nulla ha fatto di realmente operativo per dare gambe ai progetti necessari a compensare l’isolamento geografico. E questo malgrado le ripetute mozioni che abbiamo presentato in Consiglio regionale, nessuna delle quali nemmeno calendarizzate” dal presidente Michele Pais e quindi mai discussa.

Nel dettaglio delle assegnazioni, ecco il quadro, oltre il disastro sull’Alta velocità. “La Sardegna – fa notare Moriconi – ha preso la metà delle risorse andate alla Puglia sugli interventi portuali”. Sul capitolo del ‘Trasporto rapido di massa‘, cioè i mezzi pubblici, e su carceri per adulti e minori, il governatore del Psd’Az ha portato a casa zero euro, è scritto ancora nella mozione dell’esponente dem. Malissimo anche sui fondi dedicati alla qualità dell’abitare, dove ancora una volta i progetti della Regione hanno latitato. Appena 4,1 milioni arriveranno in Sardegna per le aree interne. La Giunta Solinas ha incassato il suo miglior risultato sulle ciclovie con un riconoscimento di 42,37 milioni. Difficile, però, che la ripresa della nostra Isola possa passare dall’andare tutti in bicicletta.

Alessandra Carta

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