Alcoa agli svizzeri di Sider Alloys: Pigliaru e Calenda firmano l’accordo

È stato firmato poco dopo le 11,30 l’accordo per la cessione di Alcoa al gruppo svizero Sider Alloys. A Roma, al ministero dello Sviluppo economico (Mise) guidato da Carlo Calenda, padrone di casa per l’occasione, c’era anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. L’azienda di Portovesme che produce alluminio è chiusa dal 2016, dopo l’addio degli americani di Alcoa, ma gli impianti sono stati fermata nel 2012. Quindi la lunga trattativa portata avanti da Calenda e dalla Regione e che ha avuto come mediatore Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e rappresentata al tavolo di oggi l’amministratore delegato Domenico Arcuri. Invitalia, di fatto, aveva preso in carico la fabbrica di Portovesme in attesa di trovare un nuovo partner che la rilevasse e garantisse il riavvio degli impianti. Per il gruppo svizzero c’era il manager Giuseppe Mannina, anche lui Ad.

La firma dell’accordo è stata annunciata sul profilo Twitter dello stesso ministro Calenda, il cui ufficio stampa ha postato le foto. Con poche righe di messaggio, come nei cinguettii del social (anche se i caratteri ammessi non sono più 140). “Firmato ora – si legge – l’accordo per la cessione dello stabilimento di #Alcoa #Portovesme da #Invitalia al gruppo #SiderAlloys. #GiuseppeMannina @CarloCalenda @F_Pigliaru”, sono i nomi citati e taggati.

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Era il 22 dicembre 2017 quando Invitalia aveva formalizzato le tappe dell’accordo con Sider Alloys e annunciato la firma per oggi, 15 febbraio. Il piano industriale, ovviamente, non si conosce ancora, ma ci sono dei paletti che la stessa agenzia nazionale aveva fissato durante la trattativa. Su tutti “la bonifica delle acque sotterranee nell’area industriale di Portovesme e il rafforzamento della struttura produttiva”, è scritto nel comunicato stampa di Invitalia di dicembre. Nel quale vennero pubblicate pure le cifre dell’operazione: sui 135 milioni di investimento complessivo (e non 140), circa 94 saranno garantiti dal Mise e dalla Regione attraverso una serie di agevolazioni. Le quali non erano ancora state chiarite nei dettagli e sino a stamattina si poteva prevedere che potessero riguardare la riduzione dei costi dell’energie. Sul punto, durante la conferenza stampa, è arrivata la precisazione del ministro. Che ha detto: “Se oggi siamo in grado di dare una prospettiva ad Alcoa , è anche grazie all’approvazione della legge sulle imprese energivore. I 135 milioni che saranno investiti nello stabilimento di Portovesme serviranno per il revamping (modernizzazione degli impianti). Ciò che serve per assicurare capacità produttiva”.

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Ancora Calenda. “Oggi – ha sottolineato – non è una conclusione, ma l’inizio di un processo e, come ho detto chiaramente ai lavoratori di Alcoa, si festeggerà quando uscirà il primo lingotto di alluminio. Fino ad allora c’è solo da lavorare”. Proprio a dicembre, in coincidenza con l’ufficializzazione del pre-accordo tra Invitalia e Sider Alloy, il ministro fece tappa del Sulcis per incontrare gli operai di Alcoa. Di certo Calenda l’aveva promessa dall’inizio del proprio mandato la risoluzione della vertenza nella fabbrica di Portovesme. E così è stato. L’ipotesi è che gli impianti riprendano a funzionare tra sei mesi.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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