Air Italy, l’occasione per lasciare l’Isola. Nei piani sempre più voli a lungo raggio

Una doccia fredda. La notizia della mancata aggiudicazione delle rotte in continuità territoriale per Roma e Milano dalla Sardegna da parte di Air Italy arriva come un fulmine a ciel sereno. Soprattutto sulla Gallura, sugli operatori economici, sugli imprenditori, sulle istituzioni di un territorio che proprio in queste ore attende di vedersi riconosciuto lo status di Provincia e che domani si giocherà l’ultima partita nell’Aula del Parlamento sardo.

La speranza era che almeno una delle tratte, magari da Olbia come accade ora, fosse mantenuta. Che fosse mantenuto il legame che Air Italy, prima Meridiana e prima ancora Alisarda, ha ‘geneticamente’ con l’Isola. Così non è stato. L’attenzione del vettore è sempre più lontana dalla Sardegna e per liberarsi di rotte regionali, a corto raggio e con gli oneri imposti dallo Stato e dalla Regione – Unione Europea compresa – senza però doverlo dichiarare ufficialmente, l’occasione poteva essere proprio la gara per il bando sulla continuità territoriale.

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A guardare nel dettaglio i punteggi assegnati dalla commissione, che oggi ha aperto le buste delle offerte economiche – dieci in tutto arrivate da Alitalia e Air Italy -, stupiscono i valori così bassi, sia nelle offerte tecniche che in quelle economiche, assegnati alla compagnia che per il 49 per cento è della Qatar Airways: sulla rotta Cagliari-Milano Linate si tratta di una differenza con la compagnia di bandiera, di oltre 53 punti totali, su quella Olbia-Roma Fiumicino – rotta storica della compagnia nata in Gallura – la differenza è stata di quasi 42 punti, con un divario notevole sull’offerta tecnica, oltre che economica. Minore il gap nella tratta Olbia-Milano Linate, dove Alitalia ha ottenuto oltre undici punti in più. Lasciando da parte i ribassi che un vettore come Alitalia può probabilmente permettersi di applicare con più facilità, come è possibile che le offerte tecniche fossero così scadenti da attribuire dei punteggi così scarsi?

Che il vento di smobilitazione di Air Italy dalla Sardegna, stia tirando da un bel pezzo è noto, e sarà un guaio per l’economia del territorio: niente più equipaggi fissi che alloggiano, mangiano, si spostano, affittano case, fanno la spesa, nessuna certezza per i lavoratori sardi della compagnia e via discorrendo. Per non parlare di un regime di monopolio, se questo sarà confermato dalla commissione che ha valutato i risultati della gara, pericoloso e rischioso, soprattutto con una compagnia che negli ultimi anni è stata salvata con interventi pesanti e attende di essere rilanciata dal Governo.

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Certo, ad Air Italy restano sempre le rotte operate sul libero mercato, ma non è la Sardegna l’oggetto dei desideri delle pianificazioni di business della compagnia, al 49 per cento qatariota. Gli obiettivi della compagnia erano stati dichiarati chiaramente già un anno fa al suo insediamento da Rossen Dimitrov, il Chief operating officer (Coo) di Air Italy: lo sviluppo di Malpensa come hub principale, il lancio di nuove rotte intercontinentali in connessione con sei aeroporti nazionali e l’ambizione di diventare la compagnia aerea di riferimento per volare da e per l’Italia.

Air Italy, ormai senza più gambe nel Mediterraneo, ha la testa negli Stati Uniti: da giugno 2018 vola a New York e Miami, da settembre a Bangkok, da dicembre a Delhi e Mumbai. Il 3 aprile 2019, poi, parte il volo diretto Milano Malpensa-Los Angeles, una settimana dopo il Malpensa-San Francisco. Il 6 maggio tocca al Malpensa-Toronto, il 14 maggio al Malpensa-Chicago. Tutti collegamenti che saranno operati — salvo modifiche — con gli Airbus A330, mentre per l’ingresso dei Boeing 787, annunciati, bisognerà aspettare ancora un po’.

Nuovi collegamenti che hanno scatenato le ire delle più grandi compagnie aeree americane, e del mondo, come American Airlines, Delta Air Lines e United Airlines, colossi dei cieli globali che vedono nelle rotte Europa-Usa una fetta importante dei loro ricavi annuali. I colossi americani sono preoccupati che il Qatar, attraverso Air Italy, stia prendendo in giro l’America: l’espansione di Air Italy è vista come una chiara violazione di accordi stretti un anno fa tra Washington e Doha.

Intese che impegnano il vettore mediorientale a non avviare voli in regime di “quinta libertà” (cosiddetto fifth freedom: in pratica è il diritto a trasportare passeggeri tra il Paese di origine della compagnia aerea verso un secondo Paese, e da questo verso un terzo) Qatar-Usa con una sosta in un terzo Paese (come avviene per i voli Dubai-Milano-New York e Dubai-Atene-New York con Emirates). Ragioni prese in considerazione anche da 11 senatori, tutti repubblicani, che circa un mese fa hanno inviato in una lettera alla Casa Bianca per chiedere indagini sulla compagnia che, secondo loro, si sta espandendo nel Paese con i soldi dello Stato del Qatar.

Ma la ex Meridiana non si fa intimidire e anzi, nell’intervista concessa ad Affari & Finanza di Repubblica ieri, Rossen Dimitrov ha annunciato che presto Air Italy annuncerà nuovi voli. E di certo non saranno quelli in continuità territoriale per la Sardegna.

Marzia Piga

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