Agenzie regionali per l’agricoltura, i Dg si lamentano: “Pochi soldi”

In commissione Agricoltura del Consiglio regionale sono stati sentiti i Dg di Agris, Laore e Argea.

Le agenzie regionali per l’agricoltura, volute due legislature fa dalla giunta di Renato Soru con uno spacchettamento dell’Ersat, viaggiano lente, i problemi strutturali non mancano. A stare peggio di tutti, l’Agris, nata per svuiluppare la ricerca; un po’ meglio per Laore e Argea, che si occupano rispettivamente di sviluppo rurale ed erogazione  degli aiuti.

Il quadro è venuto fuori dall’audizione dei direttori generali nella quinta commissione del Consiglio regionale, presieduta dal Dem Luigi Lotto. I manager sono stati sentiti martedì mattina. Oggi la pubblicazione del resoconto, da cui emergono appunto diffuse difficoltà.

Raffaele Cherchi, Dg di Agris, ha premesso: “L’agenzia ha sì risposto agli indirizzi generali forniti dalla Giunta”, ma ci sono “le criticità che hanno rallentato l’attività”. Ecco intanto il problema “del personale eterogeneo”: a fronte di “493 dipendenti” si contano appena80 ricercatori“, per di più “con un’età media intorno ai 54 anni”. Cherchi ha detto: “Il dato snatura la missione stessa dell’agenzia che non dovrebbe avere un forte squilibrio a favore degli amministrativi”, ma il contrario.

Sul fronte finanziario, Agris deve fare i conti con “un’esigua disponibilità di risorse che non consente di cofinanziare tutti i bandi europei a cui l’agenzia potrebbe partecipare”, ha sottolineato ancora il Dg. “Dalla sua istituzione, il budget di Agris è passato da 52 milioni di euro a poco meno di 26. E tolte le spese vive, non resta quasi niente per la ricerca”. Cherchi ha annunciato che scriverà alla Giunta per avere più soldi a disposizione, “in modo da far fronte all’emergenza legata ai cavallini della Giara”. Per quanto riguarda il mondo ippico, il direttore ha spiegato che “il settore ha avuto una leggera ripresa grazie ai finanziamenti arrivati nel 2014 e 2015”, ma ci sono ampi margini di crescita, il comparto “può dare importanti sviluppi occupazionali”.

Il bilancioridotto al minimo” è un problema anche in Laore. “I progetti realizzati – ha detto il Dg Maria Ibba – sono stati possibili soltanto grazie ai fondi comunitari”. Questo il quadro analitico dell’agenzia, come risulta dall’audizione. “L’attività di Laore – ha proseguito il direttore generale – si è concentrata particolarmente sulla multifunzionalità, ovvero agriturismo e valorizzazione delle produzioni locali”, ma anche “sullo sviluppo rurale con un’intensa attività di informazione e divulgazione delle politiche comunitarie della Pac”. La nota positiva sono “gli ottimi risultati ottenuti con progetti di sviluppo del settore oleario e vitivinicolo“. Male, invece, “la filiera cerealicola che si trova in grossa difficoltà”. Sulla panificazione “è in corso un progetto di ricerca, in collaborazione con le Università di Cagliari e Sassari, per la produzione di un pane a basso indice glicemico, ben tollerato da prediabetici e diabetici”.

Infine Argea, col Dg Gianni Ibba. “L’agenzia – ha detto – riuscirà a spendere entro il 31 dicembre quasi tutti i 240 milioni del Psr 2007-2013 (Piano di sviluppo rurale)”. Solo su 30 milioni non è stata ultimata la programmazione. Il nodo Argea è nel settore ittico, dove “soltanto tre aziende cooperative monopolizzano i finanziamenti disponibili”, ha fatto presente il Dg. Ma è un problema pure il contenzioso. “Ogni anno – risulta dall’audizione di Ibba – l’agenzia deve far fronte a circa 1.400 cause con un importante utilizzo di personale”. In questo senso, si tratterà di decidere quale modello organizzativo. Ovvero, se differenziare tra ente che istruisce e pratiche e quello che paga. Positive, invece, le economie con “500mila euro risparmiati attraverso l’eliminazione dei canoni di locazione, un conto che a fine anno dovrebbe arrivare a quota 800mila”.

Al. Car.

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