Le opere d’arte nei muri della Sardegna. Un libro-guida dedicato alla street art

di Andrea Tramonte

Gli strumenti sono rulli, spray, vernici acriliche e sintetiche, pennelli. I luoghi variano: pareti anonime delle periferie urbane, case nei centri rurali, cavalcavia e angoli nascosti, sottopassaggi delle strade, aree dismesse, spazi immersi nella natura in dialogo con il mare o la vegetazione oppure adiacenti a palazzi di cemento. Negli ultimi anni la street art nell’Isola ha dimostrato un fermento notevole, grazie a una nuova generazione di artisti che ha iniziato a parlare un linguaggio della contemporaneità facendo evolvere la poetica – che magari partiva dal mondo “urban” di tag e graffiti – in modo ancora più personale: Tellas, Crisa, La Fille Bertha, Ufoe, Skan, Andrea Casciu sono solo alcuni dei nomi da segnalare. E poi ci sono gli scambi con l’esterno: l’arte pubblica è un linguaggio nomade e i suoi protagonisti girano per il mondo. La Sardegna ha accolto negli anni le opere di artisti molto importanti: Blu, Ericailcane (che ha anche deciso di trasferirsi a vivere a Cabras), Zed1 e numerosi altri.

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La guida Muri di Sardegna. Luoghi e opere della street art (Asteras) cerca di fare ordine in un mondo per sua natura dinamico ed effimero – le opere a volte spariscono – con l’obiettivo di dare le coordinate di un museo a cielo aperto mutevole e stimolante. Nella carta geografica del libro compaiono 145 Comuni, 51 al sud, 65 al centro, 29 al nord. Negli indici scorrono i centri maggiori per la produzione di murales storici come San Sperate e Orgosolo, i centri noti per la street art come San Gavino, Cagliari e Sassari, e poi tutti quei Comuni dove il fenomeno ha assunto testimonianze di qualità.

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“Per dare un’idea del fenomeno basta una semplice osservazione – dice Ivana Salis, presidentessa dell’associazione Asteras -: tra gli artisti under 40 più validi in Sardegna si annoverano quasi tutti quelli che fanno street art. L’arte pubblica sta lasciando un segno importante che poi valuteremo col tempo, ma i segnali della sua importanza ci sono già tutti”. Il libro non si limita a “censire” le opere di street art e i murales ma cerca di approfondire anche le tematiche legate al writing. “L’arte di strada nasce da lì e ci piaceva dare delle coordinate anche su quel fenomeno dell’Isola – spiega Salis -. Le due strade a volte si incrociano pur restando parallele”.

Negli ultimi anni alcuni Comuni dell’Isola hanno iniziato a trasformarsi grazie all’arte pubblica. Un esempio è quello di San Gavino, che ha collezionato 63 nuovi murales realizzati da artisti arrivati da ogni parte del mondo. Eppure si arriva ancora al paradosso che la street art venga vista come gesto vandalico. Come nel recente caso del lavoro di Ericailcane di via Garibaldi a Cabras, che l’artista di Belluno ha realizzato nel muro di un amico come regalo alla comunità che lo aveva accolto. La polizia però gli ha contestato il reato di abuso edilizio e lo ha segnalato alla Procura. Quell’opera verrà cancellata. “C’è bisogno ancora di una forte opera di sensibilizzazione – ragiona Salis -. È uno dei nostri obiettivi. Fare battaglia a Ericailcane è una follia. Era un omaggio artistico che dava valore al luogo dove l’opera era inserita. Quella contestazione dimostra i forti limiti che ancora ci sono nell’approccio culturale al fenomeno. Fa capire quanto poco ne sappiamo. E del resto le polemiche sul muralismo esistono da 50 anni”.

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Il libro è uscito nell’agosto del 2020 ma il suo cammino fuori dalle librerie si è dovuto interrompere a causa della pandemia. Ora il tour riparte: il primo luglio a Selargius nel Complesso monumentale di Casa Collu e della Chiesa di San Giuliano; il 3 luglio a Oristano ospiti della rassegna letteraria “Leggendo ancora insieme” curata dall’associazione culturale Heuristic in collaborazione con il Museo Diocesano Arborense. Ancora, il 16 luglio al Mua – Museo e achivio di Sinnai, il 26 luglio alla Biblioteca comunale di Carbonia, e il 30 luglio alla libreria Ubik di Olbia”. Muri di Sardegna farà poi tappa il 6 agosto a Escolca, l’8 agosto a Orroli, il 3 settembre a Sassari, l’11 settembre a Elmas. Una serie di incontri in cui si parlerà di un patrimonio immenso e dove si approfondiranno tematiche relative alla sua valorizzazione, ma anche agli aspetti della conservazione e del restauro delle opere nei muri. “È un tema cruciale – riflette Salis -. In Sardegna a restaurare le opere si chiamano gli stessi autori, a distanza anche di anni. Prassi sconveniente anche perché gli artisti ridipingono se stessi cancellando le tracce del tempo: nessuno dipingerà mai come lo ha fatto anni prima”. Però la sfida è quella di conservare, proteggere, trasmettere. “Quando l’opera pubblica viene riconosciuta dalla comunità è accettata ed entra nella cultura del luogo. Non viene vandalizzata. Questo processo di accettazione nasce perché qualcuno si prende in carico di progettarlo. Gli stessi artisti cercano di creare condivisione con la popolazione. E le opere storiche vengono rispettate sempre a ogni passaggio generazionale”.

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