Piccole creature spaventose stanno popolando le campagne di Capoterra, tra vecchi ruderi e fabbriche abbandonate. Hanno gli occhi bianchi, i capelli lunghi sul corpo nudo, un’espressione inquieta sul viso. Che siano le streghe di cui raccontano antiche leggende sarde, abitanti delle grotte e dei boschi? Le janas sono comparse da qualche mese nelle zone di Santa Lucia e Santa Barbara, a pochi chilometri da Capoterra, e hanno la firma dell’artista Edovan: a lui si deve l’idea di creare suggestioni figurative in posti isolati e abbandonati, dove la presenza umana si limita a qualche visitatore solitario e la natura ha avuto la meglio su mura e architetture.
“L’idea di dipingere le janas sui ruderi di campagna e sulle architetture industriali dismesse nasce dalla volontà di valorizzare luoghi vissuti e poi dimenticati – ci racconta l’artista, che firma ogni dipinto con le lettere EV. “Sono opere visibili a tutti, non rinchiuse in spazi espositivi o gallerie: ho creato figure dipinte sui muri o scolpite nel legno pensando alle streghe e agli spiriti che abitano quei boschi”. Tra le figure create da Edovan ci sono janas ammiccanti e festose o quelle più inquietanti quasi fossero presagio di sventure, esattamente come le descrive la tradizione popolare sarda: da una parte le piccole fate che si radunavano per danzare vicino ai fiumi, dall’altra le streghe dallo sguardo vitreo vendicative e pericolose o le cogas che rapivano i neonati per succhiare loro il sangue.
“Ho voluto dipingere all’aperto anche perché mi affascina l’idea di decadenza: trovo interessante veder come tempo e agenti atmosferici andranno a scalfire e segnare i dipinti. Per il prossimo dipinto cerco un pozzo di campagna, mi piacerebbe ritrarre Maria Marronca, la strega sarda che si nascondeva tra le cavità delle rocce o nelle fonti”.
Francesca Mulas