Il tabù della morte al ‘Lei festival’: incontri con Bormolini, Magi, Mancuso

Con l’incontro Abbattere il tabù della morte: Imparare a morire per imparare a vivere, la conferenza di Padre Guidalberto Bormolini (ore 17, Teatro Civico di piazza Dettori) si apre a Cagliari la terza giornata del LEI Festival. Dal secondo dopoguerra c’è stato un cambiamento radicale a livello sociale nel rapportarsi con la morte e il morire: la morte è diventato l’ultimo grande tabù. Basta sfogliare giornali o riviste per accorgersi che viene trattato ogni tipo di argomento evitando accuratamente il tema della morte, l’unica eccezione tollerata dai mass media è quella della morte spettacolare, esibita nei suoi aspetti più cruenti, perché la morte violenta, in fondo, è meno angosciante della morte biologica: è un’eventualità non una ineluttabilità. Eppure, il ricordo costante della morte è come una bussola, può cambiare radicalmente l’orientamento della vita, relativizzando tante paure, progetti illusori, ridicole presunzioni, esaltazioni comiche del proprio io, e riconsegnando l’interiorità ad una quiete ed imperturbabilità raramente sperimentabili senza questa prospettiva.

Si prosegue, alle 18, con Hic et nunc, conferenza di Gianluca Magi. L’uomo, nella sua vita ordinaria nell’Al di qua è rinchiuso in un quadrato, nel quale cerca essenzialmente il dominio, il potere sulla realtà e sugli altri. In questa condizione, l’uomo è prigioniero inconsapevole di tutt’una serie di giochi mentali che lo solleticano ma che lo rendono un’ “ombra sperduta”.

Conosciamo molto di ciò che riguarda gli animali, nulla di ciò che riguarda le piante. Ed è questo il tema di fondo di Le piante: intelligenze senza cervello, conferenza di Stefano Mancuso. I meccanismi, i comportamenti, la difesa, la comunicazione, le strategie di espansione, la resistenza, l’organizzazione, la stessa evoluzione, tutto segue nelle piante una propria via originale e “sostenibile” che non possiamo più permetterci di ignorare. L’appuntamento con Mancuso è per le ore 19.

Infine, alle 20, uno degli appuntamenti più attesi, quello con lo psichiatra francese Daniel Oppenheim, dal titolo Dialogare di vita e morte con i bambini e gli adolescenti di oggi (inizio ore 20), che chiuderà il programma di sabato con la collaborazione del festival Tuttestorie. Questo incontro vuole essere un valido sostegno per impostare un dialogo aperto con bambini e adolescenti, per aiutarli a superare la difficile prova della morte trasformandola in un momento di maturazione, con la convinzione che spiegare la morte ai più piccoli sia un’occasione per renderla comprensibile anche agli adulti. Le questioni etiche, la pratica psicanalitica in campo medico, “L’esperienza limite”, la creatività di bambini e scrittori, la trasmissione dei traumi all’interno delle famiglie e su diverse generazioni. Questi ed altri temi saranno affrontati durante l’incontro in cui l’esperienza dell’autore, tratta dai casi clinici incontrati nella sua lunga attività professionale, offre punti di riferimento, consigli ed esempi concreti da cui prendere ispirazione per raccogliere informazioni e riflessioni sul bisogno di comprendere meglio la vita e la morte. Per gli incontri di questa giornata è previsto un servizio e interpretariato LIS, al fine di rendere accessibile l’evento anche a persone con difficoltà sensoriali e/o linguistiche. Traduzione e interpretariato incontro a cura di Francesca Chessa. Assistenza interpretariato sul palco a cura di Sibylle Pieyre De Mandiargues.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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