Strangolata ad Alghero dall’ex marito: chiese aiuto a un centro anti-violenza

Le ha stretto le mani al collo e l’ha uccisa. Ieri, due giorni prima di Natale, nella casa di Alghero dove Michela Fiori (nella foto di copertina) viveva coi due figli piccoli, due maschietti, al civico 104 di via Vittorio Veneto, nel quartiere di Sant’Agostino. Poi Marcello Tilloca –  42 anni, padre di quei bambini, un doppio mestiere da carrozziere e imbianchino – si è fatto accompagnare dal suo avvocato nella caserma dei carabinieri per dire che ore prima aveva ucciso l’ex moglie 40enne. Era tardo pomeriggio quando l’ha strangolata.

Marcello Tilloca

Non è un copione nuovo, né diverso rispetto a centinaia di altri femminicidi, quello che ieri si è consumato ad Alghero: un uomo non sopportava la separazione dalla moglie e l’ha ammazzata. Preferendo la morte di una donna all’accettazione di una nuova condizione. Eppure era da tempo che Michela Fiori e il suo ex marito non abitavano più in quella stessa casa. Lei di recente si era anche rivolta a un centro anti-violenza per provare a contenere la furia di quel 42enne a cui la distanza aveva fatto covare solo rancore e rabbia, sino a spingerlo al peggiore dei gesti.

Michela Fiori aveva un lavoro: era dipendente della cooperativa sociale Kcs caregiver. Lavorava nell’assistenza domiciliare. E lottava in difesa delle donne, come si vede nella sua pagina Facebook, dove lei stessa aveva postato alcune foto anche il 25 novembre, in occasione della giornata mondiale contro la violenza, di cui aveva usato il logo ufficiale. Una scelta che oggi, a distanza di appena un mese, suona come un disperato appello.

Marcello Tilloca è stato trattenuto in caserma dopo la confessione. È solo questione di ore perché venga trasferito in carcere. La casa di via Vittorio Veneto è invece piantonata dai carabinieri, cui spetta ricostruire adesso ogni dettaglio del femminicidio. L’ultimo che si conta in Sardegna, dopo quello di Giulia Lai, una donna di 84 anni ammazzata dal marito Bernardino Asoni, di 81, nella loro casa di Domusnovas, in provincia di Cagliari. Era settembre del 2017.

Ad agosto, sempre l’anno scorso, un meccanico in pensione, Antonio Fanni, 69 anni, mise fine alla vita della suocera di 87, Anna Melis, dopo aver tentato di uccidere la moglie. Successe a Santa Maria Navarrese, in Ogliastra. Due mesi prima, a giugno, una piemontese di 30 anni, Erika Preti, era stata massacrata con un coltello da cucina dal fidanzato Dimitri Fricano, durante una vacanza a San Teodoro. A marzo dell’anno scorso, a Iglesias, Gianni Murru, 46 anni, ammazzò la moglie Federica Madau, di 32 anni, madre di tre bambine. Una furia omicida da dieci coltellate. Ieri è toccato a Michela Fiori.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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