Sindacopoli, non è finita: altri undici appalti all’esame degli investigatori

Se le grandi opere come la Sassari-Olbia hanno fatto scoprire le tangenti, le nuove ramificazioni di Sindacopoli poggiano sui piccoli e medi appalti.

Spuntano altri appalti, piccoli e medi, nelle 264 pagine di ordinanza che ieri hanno fatto scattare diciassette ordinanze di custodia cautelare, con tre persone finite in carcere (Antonello Peru, Angelo Stochino e Salvatore Paolo Pinna), tredici ai domiciliari (Carlo Bernardini, Giovanni Pietro Cassitta, Giovanni Chierroni, Girolama De Sanctis, Nicola Dinnella, Francesco Lai, Mimmo Lai, Antonio Piras, Fulvio Pisu, Walter Quarto, Andrea Ritossa, Agostino Sandro Urru, Giovanni Zallocco), mentre Paolo Manca ha l’obbligo di dimora. Gli appalti piccoli e medi rappresentano lo zoccolo duro di Sindacopoli, perché Procura di Oristano, Guardia di Finanza e carabinieri continuano a scoprirne sempre di nuovi. Ciò significa un’indagine tutt’altro che finita e in cui non si può ancora circoscrivere la ramificazione della presunta cupola del malaffare. Il pm è Armando Mammone.

In questo enorme campo investigativo l’unico confine è rappresentato dall’arco temporale: Sindacopoli, infatti, sembra essere figlia della XIV legislatura, quella che va dal 2009 al 2014, col centrodestra al governo della Regione. Ne sono prova gli arresti di Antonello Peru e Angelo Stochino, entrambi esponenti di Forza Italia, così come quello di Rinaldo Arangino, l’ex sindaco di Belvì finito in manette lo scorso anno e nominato nel 2013 nell’Ufficio di gabinetto dell’assessorato alla Sanità. Ci sono poi è 30mila euro dati da Salvatore Paolo Pinna all’attuale europarlamentare azzurro Salvatore Cicu, quando tre anni fa era candidato al Camera dei deputati.

Sono undici i nuovi piccoli e medi appalti considerati truccati. Nel dettaglio: la strada provinciale 28 a Gairo, gli interventi nella fascia costiera di Sorso, la ristrutturazione del palazzo Passino a Bonannaro, il programma di sviluppo rurale a Ortueri, la messa in sicurezza degli impianti sportivi ad Aritzo, la realizzazione della nuova palestra ad Arzana, la costruzione della rete viaria intercomunale Gergei-Mandas, la sistemazione di una strada a Belvì, i lavori nella centrale di Santa Caterina a San Giovanni Suergiu e l’interesse per i finanziamenti del Piano Sulcis. Infine la realizzazione di una nuova scuola a Desulo.

Già da maggio 2015 Fiamme gialle e carabinieri hanno cominciato a passare al setaccio tutti i Comuni dove Sindacopoli ha vinto appalti. Cioè dove i bandi di gara se li sono aggiudicati la Essepi engineering di Pinna o la Edilogica di Francesco Chessa, l’ingegnere irgolese considerato sui piccoli e medi progetti1 il numero due della consorteria. Ma il lavoro investigativo non è concluso e ci sono da verificare ancora migliaia e migliaia di carteggi. Sarà anche per questo che in Consiglio regionale la voglia di parlare è poca: le indagini potrebbero condurre presto nuovi sviluppi.

Più definita appare invece la situazione delle grandi opere, anche perché in Sardegna, tra il 2009 a il 2014, oltre alla Sassari-Olbia non sono stati avviati altri maxi investimenti. A parte la progettazione dei porticcioli turistici di Tertenia e Tortolì, e non a caso su entrambi gli interventi Sindacopoli ha messo le mani, come risultato in questa seconda tranche dell’inchiesta.

La differenza finora accertata tra i piccoli (e medi) appalti e le grandi opere sono le tangenti. Nel primo caso venivano pagate in natura: Sindacopoli garantiva incarichi ai professionisti che si prestavano a presentare offerte nei bandi già decisi a tavoli. Gare ‘copia e incolla‘ dove serviva la partecipazione di almeno cinque soggetti per rendere valido l’affidamento diretto, con importi di lavori non superiori ai 40mila euro. Sui maxi interventi come la Sassari-Olbia, invece, le mazzette sono state date in soldi. Con certezza a Peru e Stochino, finiti in carcere per questa ragione. Il metodo utilizzato è stato sempre quello degli incarichi, ma falsi stavolta: a prestarsi sono stati i parenti. Per Peru la fidanzata architetto Alessandra Piras; per Stochino la sorella Viviana, ingnegnere.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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