Speranza Ponti è morta per soldi. Il tesoretto derivante da una polizza assicurativa e dalla vendita della casa di Genova faceva gola a Massimiliano Farci, il compagno 53enne di Assemini, accusato di averla uccisa e di averne dissimulato la sparizione, occultando il cadavere con un complice.
Gli inquirenti ne sono sempre più certi. Il movente per denaro è l’unico punto fermo dell’indagine, complicata dallo stato in cui il corpo della 50enne di Uri (Sassari), il 31 gennaio, dopo quasi due mesi all’addiaccio. Tutto quel tempo ha complicato gli esami del Ris di Cagliari, oggi alle prese con accertamenti irripetibili sulla Ford Fiesta che usava Farci. Lavoro non facile nemmeno per il medico legale Salvatore Lorenzoni che, dopo tac e autopsia, ha eseguito sul cadavere altre analisi. Le esigenze investigative hanno impedito la restituzione della salma ai familiari, assistiti dall’avvocato Stefano Carboni. I parenti della donna uccisa attendono di darle degna sepoltura. Difficilmente il funerale si celebrerà prima di marzo.
Speranza Ponti è sparita dal 6 dicembre, giorno del primo prelievo dal suo conto attribuito al fidanzato, accusato di omicidio doloso, occultamento di cadavere e furto e utilizzo indebito del bancomat: tra dicembre e gennaio ha prelevato 5mila euro. Dalla denuncia dei genitori per la scomparsa c’è voluto oltre un mese per costringerlo ad ammettere almeno che fosse morta. Si è suicidata, sostiene, nella casa in affitto di via Vittorio Emanuele. Lui l’ha solo trasferita a Monte Carru, tra le sterpaglie di quella collinetta che lei amava per il panorama.