Indagini sulla donna uccisa ad Alghero. Verifica sul Dna nel corpo della donna

I carabinieri di Alghero hanno interrogato alcune persone sospettate di avere aiutato Massimiliano Farci a spostare il cadavere della fidanzata, Speranza Ponti, dal loro appartamento di via Vittorio Emanuele, dove secondo la versione del 53enne accusato di omicidio la donna si sarebbe suicidata, fino ad una zona di periferia, fra le sterpaglie dove il corpo è stato trovato dai militari, due mesi dopo la scomparsa. L’autopsia sul corpo della donna si è conclusa, ma prima di restituire la salma ai famigliari e consentire loro di celebrare i funerali, resta un ultimo passaggio burocratico da svolgere.

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Visto l’avanzato stato di decomposizione in cui è stato ritrovato il cadavere, il pubblico ministero Beatrice Giovannetti lunedì affiderà ai carabinieri del Ris di Cagliari l’incarico di verificare con esattezza l’identità del corpo, ricorrendo anche all’analisi del Dna, da comparare con quello dei genitori della donna. Intanto Farci, rinchiuso nel carcere sassarese di Bancali, continua a proclamarsi innocente, a sostenere di avere portato il cadavere tra le sterpaglie in località Carrabuffas in un estremo atto d’amore, visto che quello era un luogo particolarmente caro alla sua fidanzata. Afferma inoltre di avere agito da solo. I carabinieri del Ris, intanto ,dopo avere passato al setaccio l’appartamento della coppia e la pizzeria gestita da Farci, in cui lavorava anche Speranza Ponti, si concentrano ora sull’analisi e la perizia sui reperti che sono stati raccolti nei rilievi. Le verifiche saranno estese anche all’auto di cui disponeva Farci, di proprietà di sua mamma, e anche all’appartamento dei genitori del 53enne, che resta tuttora sotto sequestro.

 

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