Meridiana, 1.200 licenziamenti. Ma arrivano nuovi manager

Nuovo sciopero e nuove polemiche all’ombra di Meridiana fly. Ieri mattina è andato in scena un nuovo sciopero con un sit-in dei lavoratori inteso a lanciare un nuovo messaggio ai manager di Meridiana e alla classe politica sarda. Ma a scatenare la polemica è “l’overbooking” di manager nella compagnia aerea con base ad Olbia: mentre l’amministratore delegato Roberto Scaramella ha annunciato il licenziamento per il 2015 dei 1.200 lavoratori alla scadenza della cassintegrazione, continua l’ingresso in azienda di nuovi manager.

Un doppio binario che, se non può certo ritenersi causa della crisi della compagnia e del trasporto aereo, ha scatenato la protesta dei lavoratori e delle parti sociali per una condotta poco opportuna. Un reclutamento di nuovi dirigenti che è stato confermato dalla nomina di ieri di Davide Piccolo, che dal prossimo 3 febbraio si occuperà di gestire la struttura organizzativa denominata “Pianificazione e strategia”. Dall’inizio del suo incarico l’amministratore delegato della compagnia aerea del principe Karim Aga Khan ha inserito nella pianta organica aziendale una decina di nuovi manager, oltre che una nuova consulente per le Relazioni esterne nonostante esistesse già in organico un ufficio stampa. È anche vero che nel frattempo sono usciti dirigenti del vecchio management in posizioni apicali, ma il turnover non ha portato a un risparmio per l’azienda.

Sciopero e sit-in dei lavoratori in aeroporto

A Olbia una cinquantina di lavoratori di tutti i settori del gruppo (naviganti, dipendenti di terra e tecnici del call center) aderenti alle sigle Cgil, Cisl e Usb, hanno manifestato con striscioni e bandiere di fronte all’aerostazione per poi radunarsi in corteo di fronte alla palazzina direzionale. Nel mirino dei lavoratori la gestione di Meridiana targata Roberto Scaramella, sempre più orientata a concentrare personale e attività sulla controllata AirItaly per diminuire drasticamente i costi del personale e concludere il processo di ristrutturazione del vettore in crisi con il licenziamento di 1.200 lavoratori.

“Non si può pensare che pagando meno i lavoratori si risolvano i problemi – ha spiegato Franco Monaco della Cgil Trasporti – il nostro obiettivo è arrivare alla stipula di un contratto unico del trasporto aereo in modo che i lavoratori di Meridiana come quelli di Alitalia abbiano lo stesso costo, allo stesso modo dei dipendenti delle compagnie low cost tipo Ryanair”.

“Il problema è che se non ci sarà la fusione dei Coa (i codici operativi delle compagnie, Meridiana ed AirItaly, ndr) nel 2015 – denuncia Lucilla Vanzi delle Usb – il personale Meridiana più anziano e con carichi familiari andrà in mobilità, mentre il personale AirItaly invece continuerà ad assorbire l’attività che in Meridiana non si fa più perché tutta trasferita sulla controllata”. “Noi vogliamo una lista di anzianità unica, un contratto unico per tutta l’azienda – prosegue la Vanzi – e infine avere le liste di anzianità unica”.

La compagnia replica: “Adesioni limitate a 30 persone”. Nessun disagio per i passeggeri

In un comunicato Meridiana ha tenuto a precisare come lo sciopero non abbia avuto “alcun impatto sulle operazioni, con un’adesione limitata a circa 30 persone”. I voli sono stati regolari – spiega la compagnia – con un solo caso di ritardo legato allo sciopero, anche se Meridiana aveva cancellato preventivamente due voli per evitare disagi ai passeggeri.

Meridiana ha poi tenuto a precisare come “prosegua il piano di radicale trasformazione dell’azienda confortato dai risultati degli ultimi 12 mesi, in netto miglioramento, confermando l’obiettivo del pareggio operativo nel 2014”. La compagnia ha poi confermato il programma di riduzione strutturale del personale “approvato nel 2011 con tutte le organizzazioni sindacali, in ragione della crisi del settore e della riduzione della capacità”.

Usb contesta i dati: “Il traffico aereo aumenta, ma la compagnia perde quote di mercato”

Una ricostruzione che non convince il sindacato Usb, diventato da tempo il punto di riferimento nella crisi della compagnia. “Non siamo assolutamente d’accordo con questo progetto che di manageriale ha ben poco – spiega Alessandro Brandanu – forse ci cono cose che a noi sfuggono a livello aziendale, perché se Meridiana fosse una vera compagnia aerea dovrebbe cercare di crescere perché il mercato in Italia è in crescita: ci sono dati ufficiali a settembre 2013 che indicano un più 9% di passeggeri, ma è la quota di mercato delle compagnie aeree italiane che invece resta solo al 38%. Vuol dire – conclude Brandanu – che la somma delle compagnie italiane trasporta il 38% dei passeggeri in Italia”.

Giandomenico Mele

 

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