Un caso emblematico di malagiustizia, di utilizzo improprio della carcerazione preventiva. E’ stato presentato così da Toni Capuozzo, inviato del Tgcom24 di Mediaset, la vicenda il sindaco di Carloforte (sospeso dal prefetto, ma non decaduto dalla carica) Marco Simeone, in cella da otto mesi per bancarotta fraudolenta per il crac della Sept. Si tratta del processo in corso davanti alla seconda sezione del tribunale di Cagliari che vede tra gli imputati anche il governatore Ugo Cappellacci (che nel 2001, da commercialista, fu consigliere d’amministrazione della società fallita).
Secondo Capuozzo – che ha trattato il caso nella sua rubrica dal titolo “Mezzi Toni” – Simeone continua a essere detenuto anche se mancano del tutto i presupposti di legge, quali il pericolo di fuga o di reiterazione del reato. La detenzione avrebbe dunque il solo scopo di “annichilire” l’imputato. Tanto più che Simeone è recluso – divide la cella con altri due detenuti -in un carcere particolarmente vecchio e sovraffollato qual è Buoncammino.
Simeone è l’unico tra gli imputati dell’inchiesta ancora in carcere. Già tre diversi giudici gli hanno negato la scarcerazione. Capuozzo ha anche letto alcuni passi di una lettera di denuncia della situazione di Simeone scritta dalla sua compagna Carolina Massidda e pubblicata nei giorni scorsi da l’Unione sarda.