L’incredibile “processo interno” alla dirigente che disse no a Sindacopoli

A Ortueri e a Tonara minacce contro i dirigenti comunali non allineati contro la presunta associazione per delinquere.

A Ortueri “inscenarono una sorta di processo contro la responsabile dell’Ufficio tecnico comunale non asservita alla condotta delittuosa del sodalizio criminale”. A Tonara, il dirigente dello stesso ufficio venne obbligato “a commettere un reato nella sua attività di vigilanza”. Così scrive il gip di Oristano, Annie Cécile Pinello, titolare dell’inchiesta per i presunti appalti pilotati nei piccoli centri dell’Isola. Dall’ordinanza del gip emergono i nomi dei due funzionari che subito dopo il blitz non erano stati resi noti per evitare di esporli a ulteriori  “pressioni ambientali”. 

Laura Carta, in servizio a Ortueri,  ingegnere, è stata minacciata di essere “rimossa dall’incarico”. Nell’ordinanza si fa riferimento a un “pretesto” con la quale alla responsabile dell’Ufficio tecnico venne detto che per lei ci “sarebbero state ripercussioni negative sulla sua attività lavorativa”. L’occasione, sempre stando alla ricostruzione degli inquirenti, “la fornì Sergio Garau”, anche lui un dipendente comunale e precisamente “responsabile del procedimento” nell’appalto poi azzerato dalla stessa Carta, quello per “il rifacimento della pavimentazione e dei sottoservizi nel centro storico”.

Garau, adesso, è indagato. Sarebbe stato lui, “in modo pretestuoso”, a “evidenziare inesistenti motivi di illegittimità nella procedura negoziata avviata dalla dirigente”. Tanto che, stando sempre agli atti della Procura, la Carta venne sottoposta a “una sorta di processo alla presenza del segretario comunale, se non avesse annullato la gara” in questione”. In realtà, è scritto ancora nell’ordinanza, “Garau, d’accordo col sindaco Salvatore Casula (finito ai domiciliari) e col vice Pietro Crobu (attualmente in carcere), aveva l’obiettivo di “convincere la vittima ad aver commesso violazioni di legge” per spingerla a “bandire nuovamente l’appalto ma senza pubblicazione”.

L’ingegnere, però, non si piegò. Meglio: annullò sì la gara, il 4 dicembre 2014, “ma non diede corso al cottimo fiduciario preteso da Casula, Crobu e Garau”. E di fatto quell’appalto non è mai stato affidato.

L’altro dirigente è Piergiorgio Peddes, responsabile dell’ufficio tecnico a Tonara. La sua testimonianza è stata importante per la ricostruzione del presunto malaffare. Ma, come scritto nell’ordinanza, “Peddes è stato costretto a commettere il reato nella sua attività di direzione e vigilanza”.

Il bando in questione è relativo “all’intervento di mitigazione del rischio frana in aree delimitate dal Pai (Piano assetto idrogeologico)”. Anche questa gara, secondo la ricostruzione degli investigatori, era stata pensata per affidarla alla cosiddetto sodalizio criminale. In particolare se la aggiudicò Crobu che, proprio secondo quello schema della “circolarità degli illeciti” spiegato dagli inquirenti, “garantiva appalti nel proprio Comune (Ortueri), in cambio di incarichi in altri centri dell’Isola”, visto che pure lui è un libero professionista del settore edile.

Nel caso di Tonara, oltre a Crobu, la saldatura con la presunta associazione per delinquere era garantita anche dal sindaco Pierpaolo Sau, 53 anni, uno dei dieci arrestati. Per questo appalto, sono sotto accusa anche altri liberi professionisti.  Gianmaria Pintori, nuorese di 46 anni, è finito ai domiciliari perché, insieme ai colleghi Francesco Loi e Antonio Pintori, “si prestava a partecipare alla procedura negoziata per far apparire rispettata la regolarità formale”. Per Loi è scattato invece l’obbligo di dimora.

Quanto al ruolo di Peddes, sotto la minaccia di essere rimosso dall’incarico, venne obbligato a frazionare l’appalto, “separando i servizi attinenti la geologia da quelli di ingegneria”, in modo da affidare l’incarico all’ingegnere Nannino Fadda, sponsorizzato dal “capo del sodalizio criminoso” Salvatore Paolo Pinna. Cioè il 62enne desulese titolare della Essepi Engineering. Anche Fadda ha ricevuto un avviso di garanzia.

Peddes, è scritto ancora negli atti della Procura, è stato minacciato anche per l’appalto relativo “all’adeguamento e alla messa a norma degli impianti sportivi comunali”. Sempre per poter affidare il bando alla presunta associazione per delinquere, il responsabile dell’Ufficio tecnico venne costretto “ad adottare, come criterio per l’aggiudicazione, l’offerta al ribasso, specificando una precisa percentuale”. Questo per favorire la ditta di Giovanni Mulvoni che “aveva già il progetto definitivo pronto” e vinse poi la gara, come voleva Pinna.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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