La sanità oristanese finisce nella bufera. L’accusa: “Assunzioni in cambio di voti”

Primo banco di prova la settimana prossima per la raffica di accuse che ieri mattina, a conclusione dell’operazione Ippocrate, ha consentito di smantellare un collaudato sistema che fino al 2017 avrebbe consentito a due esponenti di spicco del Partito dei Sardi, il sindaco di Macomer Antonio Succu e l’ex consigliere regionale Augusto Cherchi, di pilotare le assunzioni di infermieri, operatori socio sanitari, lavoratori interinali e ostetriche all’ospedale San Martino, nel quale entrambi operavano all’epoca dei fatti come primari.

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Secondo l’accusa le assunzioni erano condizionate alla promessa di voto o di candidatura per il loro partito. Ai domiciliari anche il caposala e il capo del personale dello stesso ospedale, Salvatore Manai, di Silanus, e Giovanni Piras, di Villacidro. La settimana prossima sarà dedicata agli interrogatori di garanzia che offriranno agli arrestati la possibilità di discolparsi o di dare comunque la propria versione di fatti. Al momento le date degli interrogatori non sono state ancora comunicate alle parti dall’ufficio del Gip, ma il Codice prevede che debbano svolgersi entro dieci giorni dall’esecuzione della misura cautelare.

Interrogatorio di garanzia anche per i destinatari dei provvedimenti di sospensione dalle funzioni. Quello nei confronti della sassarese Agnese Canalis, responsabile dell’agenzia interinale di Sassari che forniva il personale infermieristico al San Martino, è già stato eseguito ieri e la sua difesa potrà chiederne l’annullamento. Quello chiesto dalla Procura nei confronti della ex commissaria straordinaria della Asl 5 di Oristano Maria Giovanna Porcu potrà, invece, essere disposto soltanto dopo l’interrogatorio, come previsto dal codice quando un provvedimento riguarda un pubblico ufficiale. Nella stessa situazione anche Angelo Piras, di Gavoi, che ha ricoperto l’incarico di capo del personale prima di Giovanni Piras.

[Foto: Antonio Succu e Augusto Cherchi]

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