Quattro arresti nella sanità, primi nomi: domiciliari per ex onorevole e sindaco

Si conoscono i nomi di tre arrestati (su quattro) nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi truccati nella sanità. Ai domiciliari sono finiti intanto l’ex consigliere regionale del Partito dei sardi, Augusto Cherchi (a sinistra nella foto) e il sindaco di Macomer, Antonio Succu (a destra). Le misure cautelari sono scattate con l’operazione Ippocrate condotta dalla Guardia di finanza. La quale parla di “provvedimenti giudiziari finalizzati a interrompere l’attività criminosa e a inibire i contatti tra gli stessi indagati e la rete di complicità e di influenze generata nell’ambiente politico e lavorativo in cui è maturata”. In totale sono sette le persone finite nell’inchiesta e che hanno ricevuto un avviso di garanzia.

Sia Cherchi che Succu sono primari all’ospedale San Martino di Oristano. Ai domiciliari anche due infermieri. I reati contestati sono quelli di frode nelle pubbliche forniture, omissione di atti d’ufficio, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti di ufficio. L’indagine è cominciata nel 2017 con una serie di perquisizioni alla Assl di Oristano e al San Martino e riguardava in particolare una sorta di racket delle assunzioni che pare andasse avanti da diverso tempo. Succu e Cherchi sono entrambi esponenti di spicco del Partito dei sardi: il primo cittadino di Macomer è primario di Ginecologia nell’ospedale oristanese e proprio nel suo reparto lavora uno dei due infermieri arrestati, Salvatore Manai; Cherchi, consigliere regionale nella passata legislatura, guida il reparto di Anestesia.

Stando alla ricostruzione delle Fiamme gialle, “è stata scardinato una organizzazione formata da personaggi politici di livello regionale, dirigenti e funzionari”, un sistema “capace di turbare il regolare procedimento dei concorsi pubblici per l’assunzione di varie figure lavorative nell’ex Asl numero 5 di Oristano”, diventata poi Assl con l’istituzione dell’Ats e la cancellazione delle aziende sanitarie territoriali. Dalla Guardia di finanza parlano di “manipolazione del regolare iter procedurale per la scelta dei lavoratori da parte di società interinali, appaltatrici di servizi per la fornitura di personale ospedaliero e amministrativo”.

Per i militari questo tipo di organizzare era un vero e proprio “sodalizio, capace di programmare e interferire illecitamente anche nelle nomine dei più alti dirigenti della Asl, pilotando numerosissimi incarichi e assunzioni pubbliche. In particolare – è scritto nel comunicato stampa diffuso – funzionari, coordinatori, infermieri, ostetriche, operatori socio-sanitari e interinali” appunto, al fine di ottenere il controllo della suddetta azienda sanitaria sia ai livelli apicali sia con ramificazioni piramidali fino alla base della forza lavoro, generando così consenso politico da riscuotere in occasione delle tornate elettorali, in virtù del posto assicurato al favorito di turno”.

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