Inchiesta sanità a Oristano, Pds travolto. Maninchedda: “È la cultura del sospetto”

“Ripeto ciò che vado dicendo da anni. Da solo. Senza paura”. Comincia così il lungo post che Paolo Maninchedda, leader e fondatore del Partito dei sardi, ha pubblicato oggi sul suo blog ‘Sardegna e libertà’, dopo che ieri due esponenti di spicco del suo PdS sono finiti ai domiciliari per le presunte assunzioni truccate all’Assl di Oristano. E oggi si sono aggiunti altri nomi (qui tutta la cronaca e l’elenco completo delle diciannove persone che hanno ricevuto un avviso di garanzia).

“Perché una Procura della Repubblica fa una conferenza stampa? – si chiede Maninchedda -. Secondo l’ordinamento della Repubblica italiana, il pm sostiene, a nome dello Stato, l’onere dell’accusa nel processo. Gli interlocutori dei procuratori sono dunque i giudici. Invece il procuratore di Oristano ha fatto una conferenza stampa per comunicare all’opinione pubblica una tesi d’accusa che ha addirittura supportato degli arresti. La domanda è: chi dice che le accuse sono fondate?”.

Maninchedda prosegue così: “La seconda domanda è: chi dice che le ambiziose e funamboliche ricostruzioni della Polizia giudiziaria sono aderenti ai fatti? Queste narrazioni con enormi premesse e piccole conclusioni, da quali fatti sono supportate? Chi stabilisce che un’ardita deduzione è una certezza e invece una semplice constatazione è falsa? La legge dice che a verificare la veridicità delle accuse sono i giudici, non i procuratori. La legge dice che i procuratori agiscono nel processo, non fuori dal processo e che devono confrontarsi con la difesa. O mi sbaglio? La legge dice che la Polizia giudiziaria agisce al servizio della Procura, non fa conferenze stampa. O mi sbaglio?”.

Ancora dal lungo intervento di Maninchedda: “Dov’era la difesa nella conferenza stampa di ieri? Perché la Procura si sente in dovere di comunicare le proprie accuse all’opinione pubblica prima che siano vagliate da un giudice? Capirei una conferenza stampa dopo un rinvio a giudizio, o dopo una sentenza di primo grado, ma al momento  ell’attuazione di provvedimenti di custodia cautelare, all’inizio di un processo, perché si sente il bisogno di parlare all’opinione pubblica, cioè a un soggetto che per legge non è l’interlocutore di un procuratore. Non posso esprimermi sui moventi morali, giuridici e pratici della conferenza stampa della Procura di Oristano. Non sono in grado di ricostruirli né di intuirli”.

Maninchedda puntualizza: “Ma so valutarne gli effetti. La Procura con la conferenza stampa ha amplificato le sue ragioni, ha cercato il consenso (obiettivo tipicamente politico) del popolo sul suo operato, ha moltiplicato la sua immagine in uno specchio prospettico. Il procedimento, molto noto in letteratura, è produrre un evento in cui sembri che ciò che afferma uno è condiviso e affermato da molti. Ma noi siamo letterati e sappiamo che è solo uno che parla e ancora non si sa se abbia o non abbia ragione, ha solo la forza di imporsi in questo momento. Contempla se stesso, come Narciso. Poi c’è la strategia della paura. Si pensa che facendo paura a persone buone e oneste ne si piega lo spirito di libertà. Niente di più sbagliato: chi ha il cuore sano, la coscienza a posto, il coraggio integro, non ha paura. Sta dritto ed è proprio questo che dà fastidio”.

Il leader e fondatore del PdS ha una sua idea sui fatti di Oristano. “Sono amico, intimamente amico, spiritualmente, affettuosamente e profondamente amico di Antonio Succu e Augusto Cherchi. Non ho alcun pudore a dire che li amo e li stimo profondamente, come sa fare un uomo educato a non avere paura del suo cuore. E infine c’è l’esperienza della storia. Chi conosce che cosa è avvenuto in tanti processi in sede di rinvio a giudizio, a distanza di anni dall’inizio delle indagini annunciate come censure di gravi reati? Quanti sanno che tanti processi annunciati come clamorosi si sono conclusi con clamorose assoluzioni? La Procura non fa conferenze stampa su ciò che la smentisce, ma le fa sulle sue ipotesi di accusa. Perché? Qualcuno fa statistiche sul rapporto tra accuse e assoluzioni? No. E perché?

Ancora: “Qualcuno fa statistiche sulla qualità dell’indagine giudiziaria alla luce delle sentenze dei giudici? No. Esiste un parlamentare, dico uno, che ponga al ministro della Giustizia questa semplice domanda: ‘In ragione di quale legge i procuratori, i corpi di Polizia e la Guardia di finanza fanno le conferenze stampa sulle loro di accuse?’ Sono cose che ripeto da anni, ma che oggi ripeto con maggiore e ulteriore convinzione. Agli uomini liberi e buoni perseguitati da una cultura del sospetto e da un potere esorbitante, dedico la canzone con cui gli schiavi d’America hanno combattuto per la libertà che, in traduzione libera, dice: E prima di essere schiavo / sarò sepolto nella mia tomba. / E tornerò a casa dal mio Signore e sarò libero, / e sarò libero”.

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