La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha presentato ricorso contro la decisione dei giudici di non sequestrare i beni degli imprenditori calabresi Raffaele e Gianni Vrenna, accusati di essere vicini alla ‘ndrangheta e proprietari anche del Crotone Calcio, compagine che milita nel campionato di serie B. Ne dà notizia il quotidiano torinese La Stampa. I giudici avevano rigettato la richiesta di confisca sostenendo che i fratelli Vrenna sono “del tutto estranei alla criminalità organizzata crotonese, da cui hanno subito viceversa angherie e danni”. Da qui la decisione da parte della Direzione distrettuale antimafia di presentare ricorso, accompagnato dalle rivelazioni di alcuni pentiti. Secondo gli uomini della Dda, i Vrenna avrebbero pagato una cosca per “assicurarsi” da attentati e danneggiamenti. Inoltre, si sono detti sicuri della vicinanza dei due imprenditori alla ‘ndrangheta “per essersi sin dalla genesi della loro attività accordati con le consorterie criminali”, in particolare con la cosca “Vrenna-Corigliano-Bonaventura”.
Come è noto, il Crotone è il primo avversario del Cagliari nella lotta per la vetta della serie B. Nelle ultime settimane c’è stata una serrata lotta tra i rossoblù e la squadra calabrese con un continuo sorpasso al primo posto, turno dopo turno. Sulla carta, la richiesta di confisca avanzata dalla direzione antimafia non dovrebbe avere ripercussioni dal punto di vista sportivo. Questo, al contrario, si verificherebbe se venissero provate, nell’ambito dell’inchiesta, delle frodi sportive.
Nel 2006 Raffaele Vrenna venne accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, condannato in primo grado e poi assolto. Da qui sono partiti i giudici per sostenere l’estraneità dell’uomo alle cosche e negare, quindi, la confisca dei beni, anche se nella sentenza si legge come l’imprenditore, attivo nel settore dei rifiuti, “disposto a tutto, a commettere falsi e abusi e anche fare affari con persone che sa o intuisce essere losche (rectius ‘ndranghetisti) ma tutto ciò, nei suoi piani, è di importanza secondaria”.