Esercitazioni, l’attacco degli antimilitaristi: “Regione complice delle servitù militari”

Sardegna teatro di guerra. Non ci sarà solo il ‘Demonstration Day’ a metà maggio, ovvero una giornata di dimostrazione delle potenze alleate NATO congiunte che chiuderà la maxi esercitazione militare in Sardegna denominata Noble Jump. La primavera di allenamenti alle battaglie continuerà dall’8 maggio, quando inizierà invece la Joint Stars: saranno coinvolti oltre 4.000 militari e circa 900 tra mezzi terresti, aerei e navali.

E gli indipendentisti sardi e antimilitaristi restano in guardia, pronti a urlare un nuovo no alle esercitazioni e chiedere chiusura e riconversione dei poligoni militari. Per il momento non ci sono nuovi sit-in o cortei in programma, ma il movimento “no war” in Sardegna sta assistendo a un ricambio generazionale con nuovi attivisti che arrivano da scuole e università. Ieri intorno alla base aerea militare di Decimomannu ci sono stati anche momenti di tensione con le forze dell’ordine per un corteo organizzato da “Sardinnia aresti” che, in concomitanza con Sa die de sa Sardigna, si stava avvicinando troppo alla zona protetta da muri e filo spinato.

“Basta con le esercitazioni. La Sardegna ospita circa il 65 per cento del demanio militare italiano e ha sul suo suolo i due poligoni più grandi d’Europa, nelle aree di Teulada e Quirra, che ormai da decenni non fanno altro che devastare i nostri territori, talvolta in maniera irreparabile – dichiara Danilo Lampis di Sardegna chiama Sardegna -. Rivendichiamo lo stop alle esercitazioni, la progressiva dismissione dei poligoni, delle basi militari e la revoca dell’affidamento delle bonifiche di Capo Teulada affidate agli enti militari, in quanto è del tutto inadeguata. L’unica soluzione attuabile è la progressiva smilitarizzazione dell’area. La Regione batta un colpo a favore degli interessi del popolo sardo, invece di essere complice dell’occupazione militare“.

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