La Sardegna rischia di finire in fascia arancione, la terza più grave su quattro, in base all’ultima classificazione a cui sta lavorando il ministro della Salute, Roberto Speranza. Le ordinanze sono attese per iol fine settimana. Il grado di rischio verrà calcolato utilizzando diversi parametri, tra cui l’indice di contagio Rt, i cui valori per regione verranno diffusi nelle prossime. Stando all’ultimo cronoprogramma che filtra da Roma, sabato il presidente Giuseppe Conte dovrebbe firmare il Dpcm; a partire da domenica l’applicazione delle nuove regole.
Con l’indice di trasmissabilità che conterà moltissimo, questo il quadro: se l’Rt è sopra l’1, si è in fascia arancione; se sopra l’1,25 si finisce in quella rossa. Nel rilevamento dell’Rt cosiddetto “puntuale”, relativo a una sola giornata, precisamente al giorno 5 gennaio, la Sardegna era all’1,02. Ciò che significherebbe declassamento di due gradini, visto che sino a prima di Natale l’Isola era gialla, ovvero stava nel gruppo delle regioni col rischio più basso (gli altri due erano arancione e rosso).
Con i nuovi criteri di valutazione cambiano anche i colori. Viene appunto introdotto il bianco, che corrisponderà a militazioni quasi nulle, tranne il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e l’igienizzazione delle mani. Poi la fascia gialla, le cui restrizioni si conosceranno nelle prossime ore. Quindi il gruppo arancione, in cui potrebbe finire la nostra Isola. Tuttavia venerdì scorso, nel report settimanale sull’Rt, la Sardegna era allo 0.95. Ma rientrava lo stesso tra le regioni con rischio massimo perché l’Ats non aveva trasmesso i dati completi. E infatti l’istituto superiore di sanità (Iss) aveva bacchettato l’Isola. In particolare l’Azienda per la tutela dalla salute guidata dal commissario Massimo Temussi non aveva trasmesso i dati sul tracciamento.
Oltre all’Rt, il ministro e l’Iss doveanno valutare, per ogni regione, l’incidenza dei casi per 100mila abitanti: nell’ultimo report dell’Istituto superiore di Sanità, relativo alla settimana 28 dicembre-3 gennaio, la Sardegna aveva un dato ‘buono, a quota 78,01 a fronte di una media nazionale del 166,02. Il terzo parametro è dato dall’ocucpazione dei posti letto, che in terapia intensiva non devono superare il 30 per cento della disponibilità totale; sulle degenze ordinarie il 40 per cento.
Nell’ultimo aggiornamento dell’11 e 12 gennaio, sulle Rianimazioni la Sardegna era tra il 25 e il 27 per cento, contro la media nazionale del 31; l’occupazione dei posti letto non intensivi era invece a quota 31 per cento, in aumento di due punti basi rispetto alla settimana precedente. Tuttavia decisamente meglio rispetto al 37 per cento di dato nazionale. Adesso si tratta di capire se l’Ats ha messo una pezza ai suoi stessi errori e ha raccolto i dati sul tracciamento. E poi bisogna attendere l’andamento dell’Rt.