Corruzione, arrestato Gup di Tempio. In manette anche due imprenditori

Il giudice del Tribunale di Tempio Pausania, Vincenzo Cristiano, è finito ai domiciliari con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Con lui sono stati arrestati all’alba anche due imprenditori con interessi in Costa Smeralda. Il giudice, di origini campane, che in Gallura svolge l’incarico di Gup, è finito al centro di un’inchiesta avviata dalla Procura di Roma per corruzione. La notizia ha suscitato grande sconcerto nel palazzo di giustizia gallurese, dove Cristiano presta servizio da oltre dieci anni.

Gli imprenditori arrestati, finiti anche loro ai domiciliari, sono Manuel Spano e Umberto Galizia. Il primo, olbiese, è titolare della “Centro Musica“, un’azienda che si occupa di service audio per spettacoli e feste, anche in Costa Smeralda. Sul secondo si sa soltanto che è di origini napoletane. I dettagli dell’operazione, coordinata dalla Polizia di Stato, si conosceranno in una conferenza stampa convocata a Roma alle 11 negli uffici della Procura che ha emesso le tre ordinanze di arresto.

Le accuse. Utilità, come la fornitura di stoviglie, un computer, l’uso di furgone per un trasporto, in cambio di favori, come l’interessamento sull’andamento di alcuni procedimenti penali. E’ questa l’accusa mossa dai pm di Roma Paolo Ielo e Stefano Rocco Fava a Vincenzo Cristiano. L’inchiesta ha preso le mosse in Sardegna a seguito di pressioni esercitate da Cristiano, è detto nell’ordinanza firmata dal gip Giulia Proto, ai carabinieri di Olbia dopo un controllo fatto da questi ultimi nei confronti di una società che gestisce un ristorante a San Teodoro, la Farvic, della quale Cristiano era socio. Ciò, insieme con l’interessamento del magistrato per eventuali procedimenti in cui fossero coinvolti Galizia e Spano, ha fatto scattare il procedimento della procura di Tempio Pausania ed il trasferimento dello stesso a Roma, la quale è competente per ipotesi di reato attribuibili a magistrati sardi. Cristiano, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, conobbe Spano dopo aver disposto nei suoi confronti un provvedimento di dimora nell’ambito di una vicenda di stalking.

La corruzione contestata a Cristiano verte sulla fornitura, da parte di Galizia, di stoviglie per il ristorante di San Teodoro, l’uso di un immobile a Olbia e l’agevolazione per l’acquisto di una Smart a 1.500 euro a fronte dell’originario prezzo di 8.000. Da Spano il gip avrebbe ricevuto un computer e l’uso di un furgone per il trasporto di merci dalla Sardegna a Napoli, città di origine del magistrato. Nell’ambito dell’inchiesta è emerso che uno dei soci della Farvic (le cui quote di Cristiano furono cedute al fratello avvocato dopo il controllo dei carabinieri) è Cristian Ambrosio, coinvolto in indagini per droga. Secondo quanto indicato nell’ordinanza, il gip di Tempio Pausania avrebbe avvicinato il pm Ginevra Grilletti, titolare di un fascicolo su Ambrosio, annunciandole che doveva parlarle di un suo procedimento. “Avevo capito che si trattava di un suo amico – ha dichiarato la pm al procuratore di Tempio Pausania – e sono andata a dirgli di non permettersi più di parlarmi di cose mie di lavoro”.

 

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