“In un mese i cittadini privati della libertà nelle strutture penitenziarie dell’isola sono ancora aumentati, passati da 2.289 a 2.308 (gli stranieri da 676 a 685) nonostante sia stata resa agibile nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros una sezione di 95 posti. L’incremento di presenze (+ 135 detenuti) si è registrato in cinque istituti dove è lievitata la percentuale di detenuti oltre il limite regolamentare”. Ne dà notizia la presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, Maria Grazia Caligaris, con riferimento ai dati diffusi dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria che documentano la realtà delle carceri in Sardegna al 31 agosto scorso.
“La percentuale più alta di ristretti oltre il limite regolamentare stabilito dal Ministero si registra nel San Daniele, l’antico convento di Lanusei trasformato in Casa Circondariale – spiega Caligaris – dove a fronte di 33 posti letto convivono 42 persone “protette” (+27%). Al secondo posto di questa negativa classifica c’è Sassari-Bancali. L’Istituto con 92 detenuti in regime di massima sicurezza (41bis), conta 504 presenze contro 454 posti letto (+11%). Al terzo Cagliari-Uta. Nella Casa Circondariale più grande dell’isola convivono 620 persone anziché 561 (+10,5%). Seguono altre due realtà particolarmente complesse quelle di Oristano-Massama e Tempio-Nuchis, entrambe destinate esclusivamente a detenuti di Alta Sicurezza. Nel nuovo Istituto oristanese per 260 posti ci sono 273 persone (+5%); in quello tempiese per 167 ce ne sono 171 (+2,3%)”.
“All’aumento costante di ristretti – osserva Caligaris – non corrisponde alcun adeguamento del personale che, al contrario, si riduce numericamente. Ciò vale per gli Agenti della Polizia Penitenziaria che in alcune realtà, come quella di Cagliari-Uta e Sassari-Bancali, sono ridotte all’osso, ma anche per i funzionari giuridico-pedagogici che dovrebbero essere più numerosi per rispondere meglio ai bisogni dei detenuti”.