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8 marzo, Marcello Fois: “Abbiamo ancora bisogno di femminismi”

“L’8 marzo? E’ una data da segnarsi sul calendario, per ricordarmi e ricordare ai miei figli il fallimento dei diritti umani negli altri 364 giorni”. Lo scrittore nuorese Marcello Fois, premio Calvino e finalista al Campiello e Strega nel 2012, si esprime così, in un colloquio con l’ANSA, sulla ricorrenza legata alla giornata internazionale della donna. Questa mattina anche le donne sarde in ogni luogo della vita professionale e sociale incrociano le braccia per lo sciopero internazionale, “lotto marzo”, organizzato nell’Isola dalla rete “Non una di meno-Sardegna” con cortei e manifestazioni a Cagliari e Nuoro.

“Il femminismo, rimasto negli ultimi anni un po’ sottotraccia, sta riesplodendo con una nuova presa di coscienza – sottolinea Fois – più che mai necessaria, perché le sperequazioni ci sono, sono tante e vanno portate alla luce. Purtroppo abbiamo ancora bisogno di femminismi”. L’autore di “Nel tempo di mezzo” fa riferimento all’importanza della cultura e formazione.

“Intere generazioni di maschi non sono educati a considerare l’autonomia delle donne un valore – spiega lo scrittore – ma questo è anche il frutto di un sistema di trasmissione dove anche le donne giocano un ruolo importante”. Sposato, una figlia e un figlio, Fois racconta come nella sua famiglia si affronta il tema della parità di genere. “E’ in famiglia che si insegnano i diritti umani – dice convinto – E’ qui che si possono condannare o promuovere le ingiustizie. A casa nostra si rispetta il carattere di ciascuno ma non si tollerano squilibri di genere. Io e mia moglie siamo genitori che cercano di praticare le pari opportunità”. Per formare generazioni di persone che esprimano la parità di genere, l’intellettuale nuorese Fois suggerisce anche le letture di Madame Bovary, Anna Karenina, Frankenstein, Memorie di Adriano. E di fronte all’ennesimo caso di assassinio di una donna per mano di un uomo, il femminicidio avvenuto a Iglesias, Fois commenta: “E’ un colpo a tutta la società. Quindi a chiunque creda che l’indipendenza non sia un minaccia, una sottrazione, ma un valore”.

Maria Grazia Marilotti (Ansa)

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