Il Consiglio regionale ha approvato oggi, a maggioranza, la nuova rete ospedaliera (qui il quadro politico del voto), dopo un lungo dibattito cominciato alle 10,45. In Aula sono intervuti, per dichiarazioni di voto, tutti i cinquantadue presenti. A seguire gli stralci di alcuni interventi. Qui la riorganizzazione dei posti letto. Qui la dichiarazione dell’assessore alla Sanità, Luigi Arru. Qui l’intervento del relatore Gigi Ruggeri (Pd).
Pietro Cocco, capogruppo Pd: “È una giornata importante per la Sardegna. Approviamo questa legge nel giorno che celebra il centesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre. E questa riforma è rivoluzionaria per la nostra Isola”.
Giorgio Oppi (Udc): “Questa riforma somma le guerre per bande aperte dai consiglieri di maggioranza che hanno difeso i propri territori. Rivendicazioni sulla carta legittima, se non fosse che sono state portate avanti in chiave localistica e senza una necessaria visione d’insieme sulla sanità sarda”.
Giuseppe Meloni, gallurese del Pd, uno dei consiglieri che la scorsa settimana aveva annunciato la mobilitazione, se l’Aula avesse bocciato l’emendamento salva-Mater, cioè l’ospedale privato del Qatar: “Il mio è un sì convito a questa riforma, perché finalmente riequilibra, in modo serio, la distribuzione dei posti letto dopo le clamorose differenze che per decenne hanno penalizzato alcune aree geografiche (la stessa Gallura e il Medio-Campidano, leggi qui).
Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia: “Voto convintamente contro. Dai banchi della maggioranza si continua a parlare di riforma. Che è tale quando migliora un sistema e le condizioni di vita dei cittadini. Avete invece prodotto un pasticcio che peggiora la sanità in Sardegna. Una sanità che già non funzionava dopo quattro anni di vostra gestione. Assumetevi la responsabilità degli effetti che produrrà”.
Gianfranco Congiu, capogruppo Partito dei Sardi: “Oggi quest’Aula si appresta ad approvare l’atto più alto della programmazione saniatria. Non è questo il momento di dare un giudizio di piacevolezza, occorre invece concentrarsi sull’utilità dello strumento che andrà completato con la rete territoriale e quella delle emergenze/urgenze”.
Michele Cossa (Riformatori): “La nuova rete ospedaliera della Sardegna dà risposte alle clientele della sanità, ma non ai bisogni di salute dei cittadini. Resta per esempio insoluto il problema del punto nascita a La Maddalena, il cui destino è stato affidato al ministero della Salute attraverso la richiesta di una deroga”.
Raimondo Perra (Psi), presidente della commissione Sanità: “Il Consiglio regionale approva oggi una riforma storica, attesa da decenni. È una riforma socialista perché mette al centro gli interessi dei cittadini dando finalmente risposte adeguate alle domande di cura”,
Daniele Cocco, capogruppo Mdp-Art1: “Dopo l’approvazione di questa riforma, che è un passo avanti ma non risolve tutti i problemi, prendiamo in parola l’impegno dell’assessore alla Sanità perché continui a lavorare per trovare soluzioni alla richieste di salute. La Sardegna ha ancora un’assistenza medico-ospedaliera non degna del 2017”.
Una nota è arrivata pure dal segretario del Pd, il senatore Giuseppe Luigi Cucca: “L’approvazione della nuova rete ospedaliera è un importante traguardo per la Sardegna e per tutti i sardi. È una vittoria della maggioranza che governa la Regione e del Partito Democratico, che ha saputo mettere insieme la proposta della Giunta con le posizioni interne al partito e alle altre forze politiche della coalizione, accogliendo le istanze della società civile, dei territori e delle rappresentanze locali”. Cucca aggiunge: “Un grande lavoro di squadra svolto con accuratezza e con grande apertura e trasparenza da parte della Giunta e del Consiglio. E un eccellente risultato di mediazione: si è trovato il giusto equilibrio tra innovazione, miglioramento della qualità dei servizi e delle prestazione sanitarie, bilanciamento nella distribuzione territoriale e nella riorganizzazione delle strutture, mettendo sempre al centro l’imperativo della tutela della salute e della parità dei diritti tra tutti i cittadini sardi. La riforma – conclude il segretario dem – ci consente, inoltre, di metterci al passo con le regioni virtuose e al riparo dal rischio di default. Ora la Sardegna acquista maggiore credibilità nel contesto nazionale e, quindi, maggior forza nei rapporti con il Governo centrale”.