VERSO LE ELEZIONI. Contu (ProgReS) sul Pd sardo: “Vi siete messi nelle mani di Roma”

Da Franco Contu, già segretario nazionale di ProgReS, riceviamo e pubblichiamo.

Non mi ha stupito la notizia dei vertici sardi del Partito Democratico che sono dovuti andare a Roma per trovare una soluzione all’infelice candidatura di Francesca Barracciu, nulla di nuovo. Così come quando ho pensato a quei cinquantamila sardi che hanno espresso una preferenza che, a quanto pare, necessità di una convalida, di un timbro che ne certifichi la conformità: anche qui non ci ho trovato nulla di nuovo.

Non è la prima volta che la volontà dei sardi, anche quando sono solo cinquantamila, viene messa da parte a favore degli interessi italiani. Nulla di nuovo nonostante la parola “cambiamento” riecheggi nelle stanze democratiche facendo tremare le ginocchia di coloro che con l’apparato ci hanno vissuto e mangiato e che ora pare siano costretti a fare un passo indietro per lasciare spazio al “nulla di nuovo” che avanza, il giovane Renzi. L’uomo che cambierà il partito, cambierà la comunicazione, cambierà le strategie e riuscirà a riprendersi i voti che Grillo si è rosicchiato in questi anni di “grandi intese” (perché siamo da decenni sotto scacco di questi miseri accordi trasversali in cui noi siamo la posta in gioco).

Quello che i sardi che votano Pd devono sentirsi dire è che un “apparato” non fa mai un passo indietro, al massimo cambia forma, cambia nome e accento e trova un’altra storia da raccontarti. Ma qui non si tratta di fare un brainstorming o un concorso di idee, a Roma si decidono le sorti del Pd sardo, e ci si trova nella spigolosa condizione di dover delegittimare l’unica base che ha avuto il coraggio di esprimersi e partecipare alle primarie sarde e quindi puntare su un cavallo diverso che abbia almeno qualche possibilità di vincere.

Un vicolo cieco in cui la miopia di una classe dirigente locale è andata a sbattere, distratta forse dai tentativi di nascondere sotto il tappeto della storia il più grande scandalo politico della vita dell’autonomia sarda e allo stesso tempo continuare a tenere in piedi un sistema che ha impoverito e reso schiava la Sardegna e i suoi figli per sessant’anni.

Una cosa è certa, qualsiasi decisione prenderanno a Roma sarà sbagliata. Così come ha sbagliato Berlusconi a confermare Capellacci. Così sbagliano i sardi quando restano appesi ad un filo che porta in Italia, in bilico e in attesa di decisioni prese dietro a porte che rimangono sempre chiuse e da cui escono delegati con spiccioli e inutili comunicati che annunciano la decisione presa sulla base di interessi che in Sardegna non hanno nulla a che fare.

Staremo a vedere, quindi, quanti sardi alle prossime elezioni decideranno di dare un taglio a voi, a quello che rappresentate e al mondo che vi lasciate alle spalle. Staremo anche a sentire quanti di voi, che in questi anni ci avete rappresentato con questi miseri viaggi romani in cui partite carichi di aspettative e dai quali tornate sempre pieni di promesse, avranno ancora il coraggio di tirarsi indietro e di non assumersi un briciolo di responsabilità per lo sfacelo in cui ci ritroviamo, per la degradazione culturale ed economica in cui siete riusciti a portarci, voi e chi ha scelto voi prima di voi.

Franco Contu

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