“Sono uno dei ‘folli’ che non vogliono le primarie. Ecco perché”

Seguo con attenzione Sardiniapost e sono rimasto colpito da una espressione usata dal vice segretario regionale del Pd e parlamentare europeo, Francesca Barracciu: “Ci sono dei folli che non vogliono le primarie!”.

E’ vero ed io, come semplice elettore, sono tra quei folli. La ragione? Semplice. La politica è una cosa seria, riservata ad eletti culturalmente, che ponendosi il problema di come servire al meglio la società, i cittadini, devono essere capaci di assumere direttamente responsabilità. Il Pd è nato dall’insieme di culture che hanno caratterizzato, nel bene e nel male ma più nel bene , la nostra democrazia: la cultura cattolica che aveva riferimenti nella DC, quella marxista che faceva riferimento al Pci e quelle riformista legata al Psi.

Rispetto al centrodestra, spesso avventurista e frequentemente demagogo e imbonitore, il Pd e con lui tutto il centro sinistra, di fronte alla attuale situazione di crisi della politica ( con l’aggiunta che- vedi M5Stelle- siamo tutti politici con molta presunzione e talvolta qualunquisti), devono assumersi la responsabilità di indicare un candidato condiviso per governare la Sardegna.

Le primarie, i fatti lo dimostrano, sono ormai una galleria di personaggi certamente rispettabili ma forniti di un curriculum personale che ne può dimostrare forse le capacità come consigliere regionale o come sindaco, o come presidente dei provincia, ma non ne testimonia l’autorevolezza e la capacità di aggregare, di mettere insieme le migliori intelligenze politiche del centro sinistra per varare un programma condivisibile. Che senso può avere , in termini di costruzione di una forte unità solidale, avere alle primarie del centrosinistra otto o dieci candidati?

Ecco perché appartengo alla categoria dei folli: credo che lo schieramento di centro sinistra debba rinunciare alle primarie e trovare l’unità e l’autorevolezza per indicare agli elettori un nome autorevole ed un progetto chiaro ed efficace.
Bene ha fatto Soru a non candidarsi per le primarie: è stato già presidente della Regione. Che sia la coalizione a candidarlo!
Lo stesso percorso dovrebbe essere seguito se si vuole scegliere don Ettore Cannavera. Se c’è l’accordo convinto per candidarlo lo si fa passare per le primarie? Lo stesso discorso vale per un politico che ha acquisito grandi meriti, per le sue capacità, per la sua onestà, sia in Parlamento sia come sindaco di Carbonia, sia come presidente della provincia disciolta del Sulcis Iglesiente: Tore Cherchi.

Cosa pensano i non folli, quelli che sono sempre razionali in funzione, ho il dubbio, delle loro carriere personali piuttosto che in funzione di servizio per i cittadini, che Soru, Cannavera, Cherchi, tre autorevoli personaggi, debbano passare attraverso inutili primarie?

Luigi Coppola

 

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