Servitù, Belfiori (Cocer) scrive a Scanu (Pd): “Giù le mani da Frasca, Decimo, Teulada e Quirra”

Da Antonsergio Belfiori – Delegato Cocer Aeronautica Militare e Coordinatore Sardegna Futuro – riceviamo e pubblichiamo.

Egregio Onorevole Scanu
Le scrivo a nome di migliaia di lavoratori militari e civili e delle tante famiglie che non hanno voce. Le sue recenti dichiarazioni destano molte preoccupazioni e sollevano più di un interrogativo. Le preoccupazioni scaturiscono dal fatto che Lei dichiara che la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito presenterà entro giugno una relazione al Governo e al Parlamento per la chiusura definitiva dei poligoni di Capo Frasca, Capo Teulada e la riconversione di quello del Salto di Quirra.

Eravamo fermamente convinti che l’istituzione della Commissione d’inchiesta servisse a fare definitivamente luce e chiarezza sui casi di morte di militari probabilmente relazionate all’esposizione all’uranio impoverito (certamente non nei poligoni sardi come affermato da organi sanitari e scientifici competenti). Pensavamo che i tanti colleghi e le tante famiglie coinvolte nelle tragiche storie di morte sarebbero riuscite ad ottenere giustizia e verità. Invece, notiamo che Lei, come Presidente della Commissione, si occupa moltissimo della chiusura dei poligoni senza proposte concrete per quanto riguarda l’impiego del personale, militare e civile, che ci pare esuli dai principi ispiratrici della Commissione d’inchiesta stessa. Frettolose le sue dichiarazioni sulla chiusura delle basi sarde (piene di lavoratori sardi) considerato che la Commissione ha iniziato da pochissimo tempo i lavori. Quali sono le ‘vere’ motivazioni che stanno alla base della sua proposta. Danni all’ambiente? Territorio? Mancato sviluppo?

Leggendo la relazione finale della precedente Commissione d’inchiesta e i documenti di Arpa Sardegna, Istituto zooprofilattico, Istituto superiore di Sanità, per esempio, a Quirra non c’è pericolo per l’ambiente e per la salute umana e non sono necessarie bonifiche, confermato anche dalla relazione della Conferenza dei servizi dello scorso 21 luglio. Inoltre Capo Frasca non è inquinata e lo sanno tutti; non si fa uso di armamento reale e il materiale inerte ferroso lasciato al suolo viene puntualmente raccolto da una ditta privata aggiudicatrice di gara d’appalto.Capo Teulada, a parte la piccolissima penisola interdetta che non è mai stata bonificata, non presenta criticità ambientali nelle altre aree interessate dalle esercitazioni. Quindi, non si può parlare di inquinamento o di bonifiche in generale come se tutte le aree dei poligoni andassero bonificate e non si può usare questa affermazione per sostenere idee di chiusura. Sarebbe ora di finirla di accusare i militari di inquinamento o di farlo intendere usando un linguaggio aleatorio che potrebbe essere fuorviante.

La famosa percentuale della presenza militare, indicata nel 65% di quella nazionale, è una favola non sostenuta da dati certi di riferimento. La regione con maggiore presenza militare è probabilmente il Friuli seguita da Puglia e Sicilia. La Commissione Difesa afferma che dall’indagine conoscitiva in materia di servitù militari (2014) emerge che in Sardegna il demanio militare impegna circa 22 mila ettari ovvero 220 kmq circa dell’intera Isola. Palazzine, alloggi, caserme, porti, aeroporti e poligoni ad uso militare. In questo calcolo ci sono Capitaneria di porto, Guardia di finanza e Carabinieri. Quindi in relazione ai 24.090 kmq di superficie della Sardegna, il demanio impegna lo0,9% di tutto il territorio sardo! Le servitù militari sono circa 13.000 ettari ovvero 130 kmq: lo 0,5% di tutta la Sardegna! Oltretutto i territori sottoposti a servitù non sono perennemente interdetti. Tutt’altro. Sono aree sottratte temporaneamente alla comunità per la sicurezza della popolazione durante le esercitazioni. Considerare le aree di cielo e di mare come servitù che impediscono lo sviluppo lo trovo fazioso perché nessuno potrebbe occupare quelle aree di cielo e per quanto riguarda il mare vengono elargiti, seppur in ritardo, indennizzi per fermo pesca ai numerosissimi pescatori interessati.

Parlando di realtà economiche, Capo Frasca e Decimomannu fanno parte di un ‘sistema’ che riversa su tutto il territorio circostante (Decimomannu, Villasor, San Sperate, Decimoputzu, Uta, Villaspeciosa, Arbus, Assemini, Elmas e altri piccoli Comuni) un impatto economico e sociale impressionante. Inoltre l’attività di Frasca è strettamente legata all’aeroporto di Decimomannu che offre tutto il supporto tecnico-operativo per le varie forze armate e per le ditte specializzate, come la società Vitrociset che investe circa 800 milioni di euro all’anno e viene scelto per l’altissima valenza operativa. Inoltre, nell’aeroporto di Decimo è presente il Servizio Meteorologico regionale, l’80° Gruppo Elicotteri Sar per il soccorso ai civili e la prevenzione agli incendi in Sardegna, il radar e la torre di controllo (gestito totalmente dai militari) che permette di far atterrare gli oltre 34.000 voli civili all’aeroporto di Elmas. Poi c’è Perdasdefogu strettamente legato alle attività di Decimomannu e Capo Frasca coi progetti di alta tecnologia mancati, di Teulada con il progetto green del Siat (Sistema integrato addestramento a terra) che prevede la possibilità di esercitazioni simulate (no fuoco reale). A questo è legata la questione della Brigata Sassari con le nostre centinaia di concittadini impiegati fuori dall’Isola che vedrebbero sfumare l’opportunità di tornare nella propria terra e, con molta probabilità, vedere la gloriosa Brigata trasferita in altra regione d’Italia con devastanti conseguenze per tantissime famiglie. Tutte queste realtà impiegano migliaia di Sardi tra militari e civili e rappresentano una grandissima realtà economica. Quindi, onorevole Scanu, può dirci perché vuole chiudere i poligoni sardi? Può dirci come intende ‘salvaguardare’ tutti i posti di lavoro e l’indotto enorme che creano?

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