Nicola Sanna (Pd): “Ecco perché la Barracciu deve farsi da parte”

Da Nicola Sanna, esponente del Partito democratico e assessore al Bilancio e alla programmazione del comune di Sassari, riceviamo e pubblichiamo.

Come è noto alla primarie del 29 settembre non ho votato per Francesca Barracciu. Eppure all’indomani del suo risultato vincente e all’indomani dell’avviso di garanzia che le chiedeva conto dell’uso dei denari a disposizione del gruppo Ds e Pd, ho sempre pensato -nonostante tutto-, che fosse giusto riconoscerle in termini di garanzia e fino a prova contraria, l’onestà e la buona fede della sua condotta, riconoscerle da subito il ruolo di rappresentante delle nostre ragioni politiche e programmatiche proprie di tutto il PD, del centrosinistra sardo, dei suoi militanti, degli amministratori locali che possono darci una Sardegna nuova e molto migliore di quella che ci ha consegnato Cappellacci. 

Dunque è con profondo travaglio che scrivo queste mie riflessioni, perché sono passati i giorni, le settimane, i mesi (tre oramai) dalle primarie e di quei temi che avrebbero dovuto far discutere la Sardegna, Francesca non ne ha messo in campo alcuno. L’unica questione che rileva oggi accanto al nome di Francesca dopo tre mesi di silenzio programmatico, purtroppo, è solo quella della compromissione nell’uso improprio di denaro della collettività, un’ombra pesantissima che si è trasformata nel buio più opprimente che come sempre avvolge le questioni giudiziarie, che coinvolge una grande ed importante parte del gruppo dirigente del Pd e della “classe” -alcuni la chiamano ormai “casta”-, politica dell’Isola la quale è automaticamente esclusa dalla competizione.

E’ noto che il mio sostegno alle primarie è andato al Sindaco di Sassari, come tutti i sindaci ed amministratori svolge un lavoro pesantissimo che comporta assumere decisioni le quali, sebbene siano assunte nella piena legittimità, possono scatenare lo scontento di qualcuno che reagisce querelandoti. Si tratta quindi di un constesto diverso. La scelta è stata fatta dunque in modo consapevole, sapevo e sapevamo di che cosa si trattava già prima della sua candidatura alle primarie, che c’erano dei specifici procedimenti che non riguardavano il rapporto fiduciario con gli elettori nell’uso delle risorse pubbliche, inoltre diceva chiaro che non abbiamo bisogno dei sardisti nella nostra coalizione, hanno già tradito i sardi consegnando i Quattro Mori a Berlusconi.

Sulla vicenda dell’uso dei fondi disponibili per i gruppi consiliari, che coinvolge quasi tutti i consigli regionali d’Italia, con variazioni di destinazioni d’uso le più varie e ancor più gravi e rivoltanti di quelle contestate alla Barracciu, c’è invece una questione che ha minato, ormai irrimediabilmente, il rapporto di fiducia con il nostro elettorato. Non so dire quale risultato avrebbe conseguito la Barracciu se si fosse candidata avendo già ricevuto l’avviso di garanzia, certamente avrebbe dovuto rendere conto al popolo delle primarie già nel corso della sua campagna elettorale per le primarie; altrettanto era necessario e obbligatorio fare in questi mesi post-primarie, spiegando alla Sardegna perché e come sono state usate le risorse e soprattutto che programma vogliamo per l’Isola.

Un personaggio pubblico che si candida a conquistare la fiducia degli elettori ha il dovere di essere chiaro, candido appunto, perchè la fiducia in politica non è mai acquisita per sempre, anzi è sempre sottoposta ad un esame continuo.

In questi ultimi tre mesi si doveva rinnovare e ricostruire un rapporto di fiducia e dialogo con gli elettori, con la coalizione del centrosinistra, che partendo dai temi per una Sardegna diversa da quella depressa che ci ha consegnato Cappellacci dopo questi rovinosi 5 anni, affrontasse anche il tema dei costi della politica; nonostante sia difficilissimo -nel contesto attuale ed anche in linea di principio-, convincere ad esempio un insegnante che tutti i giorni con la propria auto e a sue spese raggiunge la sua scuola distante decine di chilometri, della correttezza dei rimborsi chilometrici ottenuti dalla Barracciu.

Quindi siamo all’oggi, alla generale consapevolezza che quest’ombra mai schiarita, offusca l’autorevolezza di una candidata scelta in un processo democratico incomparabile rispetto al resto del panorama politico sardo, dal più tradizionale al più recente. Il Pd sardo deve avere la forza e la responsabilità di restare al disopra di ogni sospetto. In altre Regioni è già accaduto, come nel Lazio ad esempio. Ora tocca al Pd sardo con Francesca Barracciu offrire un nuovo candidato/a coerente con un idea di Sardegna nuova, diversa e già condivisa, recuperando la forza ed il tempo perduto, perché è la sola strada che può ridare fiducia, entusiasmo e voglie di vincere al nostro popolo.

Nicola Sanna

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