Miseria e morte a Cagliari

Dal consigliere comunale di Cagliari Enrico Lobina, riceviamo e pubblichiamo.

Non scrivo quasi mai per rabbia. Mi hanno insegnato che la politica può nascere dalla rabbia, dal calore, ma deve essere ragionata, argomentata. Oggi no. Ieri è stata data la notizia di un signore morto a Cagliari, in zona S. Bartolomeo, in una cabina elettrica. Viveva in quella cabina, almeno sino a luglio, insieme ad altre due persone. Dalle informazioni in mio possesso la persona scomparsa non era di Quartu, bensì di Cagliari, ed era originario di via Schiavazzi, a S. Elia. Quel signore è morto a causa di condizioni di condizioni di salute precarie compresse dal freddo. È morto di freddo. Nel 2013, a Cagliari, si muore ancora di freddo.

Qualche settimana fa sono stato invitato a prender parte al servizio notturno di aiuto alle persone senza fissa dimora. È un servizio congiunto della Asl, della cooperativa l’Aquilone, di alcuni volontari e del Comune di Cagliari. Abbiamo soccorso in una notte, una notte fredda di allarme meteo, un centinaio di persone senza fissa dimora. Quelle persone, senza un aiuto, potrebbero non passare l’inverno. Non è l’unico servizio di questo tipo. Sono centinaia i volontari che, dopo il lavoro e la famiglia, si dedicano spontaneamente e in silenzio al soccorso dei più deboli.

Nonostante il servizio di soccorso notturno sia stato lodato in diverse conferenze e convegni, il Comune di Cagliari non vi partecipa più. A detta dei partecipanti al servizio si tratta di un’amputazione grave del servizio stesso. Ho segnalato il problema a chi ha le redini della struttura amministrativa, perché nessuno deve essere lasciato indietro. Finora non si è trovata alcuna soluzione.
La crisi economica è terribile per il ceto medio e per chi ha un lavoro. È ancora peggio per chi già viveva in una situazione di estrema precarietà. Il neoliberismo e la dittatura dell’economia, problema europeo e non solamente italiano, portano miseria e povertà. Avere un tetto sopra la testa diventa un lusso. Aumenta il sovraffollamento abitativo, gli sfratti schizzano alle stelle. Per vivere si occupa qualunque tugurio.

La rabbia sta montando. Le istituzioni, e la politica, possono parlare e non agire. Salvo poi avere i forconi dentro i nostri palazzi.

La politica deve fare altro. Da una parte, bisogna denunciare e rifiutare le logiche del neoliberismo e dell’Unione Europea, di questa Unione Europea. Dall’altra bisogna, in ogni luogo e momento, lavorare per soluzioni innovative. Anche temporanee, ma efficaci.
Non è pensabile che, mentre per le strade di Cagliari si soffre il freddo, vi siano decine di stabili, anche comunali, sfitti. Si metta là, anche temporaneamente, chi potrebbe non superare l’inverno. Si pianifichi, contemporaneamente, un piano per la casa e l’utilizzo di quegli spazi. Bisogna farlo subito, per dare risposte entro 12 mesi.

A Cagliari si spende tantissimo nelle politiche sociali. Nel medio e lungo periodo ripensiamole completamente, e ragioniamo sulle politiche sociali di comunità. Non possono più essere mera erogazione di un sussidio, ripetuto per anni, in molti casi per decenni.
La politica dovrebbe essere passione. La politica dovrebbe essere un atto di amore verso il proprio popolo. La politica può nascere dalla rabbia delle ingiustizie. A Cagliari siamo appena stati testimoni di una ingiustizia. La lasciamo passare?

Enrico Lobina

Consigliere comunale di Cagliari

 

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