Mater Olbia, Qatar contro imprenditore: “È in atto una campagna diffamatoria”

Sul caso del Mater Olbia, dall’avvocato Angelo Merlini e dal dottor Lucio Rispo, responsabile in Italia degli investimenti del Qatar, riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera.

La accompagniamo, in maniera insolita ma necessaria, da un testo in cui spieghiamo i fatti per aiutare i lettori nella comprensione della intricata vicenda che vede contrapporti da una parte un imprenditore di Ploaghe, Alessandro Marini, sotto processo al tribunale di Tempio con il suo socio in affari Pier Luigi Bardanzellu, 59 anni di Olbia; dall’altra la Fondazione qatariota che gestisce l’ospedale privato del capoluogo gallurese. Stando infatti alle accuse mosse dalla procura della Repubblica di Tempio nel maggio del 2015, Alessandro Marini avrebbe tentato di far saltare la firma del contratto di acquisizione della struttura da parte del Qatar rivendicando la proprietà di circa sessanta ettari di terreni sui quali sorge in parte l’ospedale. Il processo intentato a carico dell’imprenditore e del suo socio, è stato avviato nel 2017 e ha subito diverse interruzioni e rinvii a causa della partenze per altri incarichi dei magistrati che dovevano trattare il procedimento penale. Nell’ultima udienza utile, che risale alla metà del 2018, il difensore di Alessandro Marini ha citato in udienza, come testi dell’accusa, nomi eccellenti. Nell’elenco depositato dall’avvocato Giuseppe Nicola Murineddu, l’attuale e unico difensore di Marini, compare Tamin bin Hamad al-Thani, ovvero l’emiro del Qatar. Chiamata a testimoniare anche Sheikha Mozah bint Nasser Al Missned, la sceicca di Doha, presidente della Qatar Foundation che ha finanziato l’acquisizione e il completamento dell’ex ospedale San Raffaele di Olbia. La lista dei testimoni – una ventina tra ministri del Qatar, sceicchi e l’ex procuratore della società Sardinia Healthcare and Reserch proprierties, Lucio Rispo – è stato fatta proprio anche dal legale che assiste la fondazione Mater Olbia, l’avvocato Angelo Merlini, che si è costituito parte civile per conto della Fondazione e ha citato a sostegno della difesa gli stessi testi chiamati dall’accusa. La società del Qatar, la amministrazione del Monte Tabor (già proprietaria dell’ex San Raffaele, il polo sanitario realizzato del defunto sacertote imprenditore Don Luigi Verzè) è invece rappresentata dal penalista sassarese Agostinangelo Marras (g.p.c.).

È necessario portare un elemento di chiarezza nel vorticoso susseguirsi di notizie imprecise, incontrollate e false che da qualche tempo si levano sul Mater Olbia. In particolare, in questi ultimi giorni il bombardamento mediatico è aumentato di intensità proprio in concomitanza dell’ultimo atto da parte della Regione Autonoma Sarda per completare l’iter di accreditamento della nuova struttura sanitaria, tanto da far ritenere che un siffatto polverone tenda – in buona sostanza – ad impedire l’apertura definitiva del nuovo ospedale.
Appare indispensabile fornire un inquadramento storico della vicenda che trae origine dall’acquisto da parte della della Sardinia Healthcare and Research Properties srl (S.H.R.P. s.r.l.) del compendio immobiliare sul quale oggi sorge l’ospedale denominato Mater Olbia.

All’atto della stipula del rogito si apprendeva che un soggetto terzo (Alessandro Marini) – attraverso una conferenza stampa – annunciava di essere proprietario di gran parte di quei terreni, tanto che l’acquirente rinviava la firma del contratto fino ad accertare l’infondatezza di tale asserzione. Per inciso, in relazione a ciò la Procura della Repubblica di Tempio contestava al Marini il reato di tentativo di estorsione. Il processo che ne è scaturito trovasi attualmente in fase dibattimentale.

Si apprendeva che Alessandro Marini aveva acquistato da un pastore che da tempo si trovava all’interno del citato compendio immobiliare precedentemente appartenuto alla Fondazione Monte Tabor, non già la proprietà di quei terreni sulla base di un valido titolo, bensì gli ipotetici diritti di usucapione da coltivarsi in un futuro instaurando giudizio.
Di lì a poco però il pastore dichiarava alla Procura di Tempio di aver utilizzato una parte di di quei terreni solo per gentile concessione della precedente proprietà nella persona di Don Luigi Verzè, fondatore anche dell’ospedale San Raffaele di Milano. Difettandone i presupposti, il pastore rinunciava pertanto agli atti e all’azione di usucapione promossa davanti al Tribunale di Tempio Pausania. Nonostante questo, il Marini convocava in giudizio il pastore chiedendo che lo si obbligasse a trasferire in suo favore la proprietà del compendio. Il Tribunale però respingeva la sua domanda con sentenza del 19.4.2016.

Si ha quindi certezza che il Marini non è mai stato proprietario dei terreni attinenti il Mater Olbia, così come mai in precedenza il pastore. Ciononostante, venivano intentate diverse azioni civili di carattere cautelare da parte del Marini – questa volta quale legale rappresentante dell’Azienda agricola di Marini Alessandro – tese a rivendicare il possesso di una vasta area di terreno di circa 60 ettari sottraendola alla SHRP srl, legittima proprietaria che, guarda caso, aveva appena iniziato i lavori di completamento della struttura ospedaliera. Tutte le procedure si concludevano con la soccombenza del Marini che veniva altresì condannato per lite temeraria.

Nelle more, la SHRP srl veniva convocata in giudizio da Alessandro Marini – ora in veste di rappresentante legale del cosiddetto Consorzio Stabile Italia degli Istituti Vendite Giudiziarie riscossione Tributi – società che sarebbe subentrata nella titolarità della vicenda, per vedersi riconoscere in prima persona l’usucapione. Tale giudizio è ancora in corso nanti il Tribunale civile di Tempio e rappresenta l’ultima ratio per il Marini per vedersi riconosciute le sue velleitarie pretese nonostante le espresse dichiarazioni contrarie rese dallo stesso pastore sia in sede civile che in sede penale.
In tutte le procedure in cui risultava convenuta, la SHRP srl conferiva incarico difensivo all’Avvocato Angelo Merlini, presso lo studio del quale, in Olbia, ha anche fissato la propria sede legale.

A mal pensare, taluno potrebbe maliziosamente ritenere che la impressionante serie di denunce-querele presentate nei confronti del professionista possa mirare a depotenziare le difese della SHRP nel procedimento per usucapione. Accade infatti che a far data dal 4.11.16 il Marini presenti alla Procura di Tempio ben quattro denunce-querele evidenziando la presunta falsità delle firme apposte nelle varie Procure alle liti rilasciate in favore dello stesso Avvocato Merlini. Ciò in aperto contrasto con quanto dichiarato dal legale rappresentante della SHRP che attesta anche davanti
a due notai in differenti occasioni di aver conferito i suddetti mandati professionali, sottoscrivendoli in sua presenza. In relazione a tutte le predette denunce-querele, sfociate nel procedimento numero 406/17 R.G .N.R. è stata richiesta in data 28.3.2018 l’archiviazione per infondatezza delle stesse.

Ricevuta il 3.4.2018 notizia della richiesta di archiviazione, il Marini, ad appena due giorni di distanza, e quindi i l 5.4.2018, proponeva ulteriore denuncia-querela (questa volta nelle vesti di Presidente del Consorzio Stabile Italia degli Istituti di Vendite Giudiziarie e Riscossione Tributi), insistendo, ancora una volta, sulle stesse deduzioni già precedentemente abbondantemente svolte. Il 20.4.2018, il Marini proponeva opposizione alla richiesta di archiviazione. Il Gip, con provvedimento del 19.10.2018, disponeva l’archiviazione degli atti in ordine al reato di falso. Avverso tale decreto si proponeva reclamo, che veniva dichiarato inammissibile con provvedimento del 19.3.20 19, con condanna nei confronti del Marini sia alle spese del procedimento, sia al pagamento della somma di € 1.000 in favore della Cassa ammende. Con altra denunzia-querela del 5.4.2018 e successiva integrazione, il Marini riproponeva gli stessi argomenti, a suo dire corroborati da due consulenze grafiche di parte. In corso di indagine veniva disposta dal Pm un’ulteriore consulenza, che induceva il magistrato a domandare al Gip l’archiviazione del procedimento. Il denunciante si opponeva a tale richiesta depositando atto datato 23.5.2019, in conseguenza del quale il Gip ha fissato, come da procedura, udienza del 19.9.2019 per la discussione dell’opposizione medesima.

Non corrisponde dunque al vero, così come inopportunamente sbandierato da taluno mezzo di informazione, che l’Avvocato Angelo Merlini sia stato rinviato a giudizio né tanto meno (notizia di questa mattina) che il Gip abbia imposto al Pm la formulazione coatta del capo di imputazione. Si è assunta la determinazione di presentare denuncia-querela contro tutti i soggetti coinvolti nella massiccia attività diffamatoria e calunniatrice in danno del professionista del Dott. Lucio Rispo, richiedendo anche in sede civile il risarcimento dei danni., compresi quelli patiti dalla SHRP.

Angelo Merlini
Lucio Rispo

 

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