La cooperazione allo sviluppo a Cagliari e in Sardegna

Il comune di Cagliari, su mia proposta, ha deliberato di aderire, mercoledì 16 gennaio, alla “Rete dei Comuni Solidali” (Recosol). Recosol è la rete dei comuni che si occupa di cooperazione allo sviluppo.

La cooperazione allo sviluppo, che deve basarsi sul concetto di reciprocità, è quello strumento che permette a popoli e istituzioni lontane di lavorare insieme su obiettivi comuni. Gli obiettivi più importanti sono quelli di garantire la soddisfazione dei bisogni primari delle persone in modo equilibrato e sostenibile. La cooperazione allo sviluppo non è la soluzione a tutti i mali. È, però, uno strumento utile che, se utilizzato bene, può dare risultati estremamente positivi.

La massima istituzione cagliaritana, la seconda in Sardegna, non era mai stata attiva in questo settore. Ora ha compiuto un passo importante.

L’Italia, e quindi la Sardegna, hanno deciso di acquistare circa un centinaio di caccia bombardieri F-35. Ogni F-35 costa circa 110 milioni di euro.

Se tutte le folli spese militari, che nulla hanno a che vedere con il legittimo diritto alla difesa e all’equipaggiamento delle proprie forze armate, fossero state dirottate su altre iniziative di politica estera, tra cui la cooperazione allo sviluppo, il mondo sarebbe migliore.

Gli Enti locali hanno il compito di ragionare sui temi della pace, della solidarietà, della cooperazione allo sviluppo. Lo devono fare in modo serio e deciso, sul solco dell’impegno, per esempio, che il sindaco fiorentino Giorgio La Pira pose nel combattere l’intervento USA in Viet Nam negli anni settanta. Ce lo ha ripetuto l’arcivescovo di Cagliari il 15 gennaio.

Per questa ragione abbiamo aderito a Recosol. Vogliamo che le nostre risorse siano spese bene, e non con interventi piccoli e mal coordinati, che sono atti di propaganda piuttosto che atti concreti.

Con questo spirito vogliamo coinvolgere la giovane consulta dei cittadini stranieri e apolidi del comune di Cagliari. Vogliamo immaginare, e attuare, progetti che coinvolgano le comunità di origine delle nostre sorelle e dei nostri fratelli non italiani che vivono a Cagliari.

A livello istituzionale Cagliari, e la Sardegna in generale, non è mai stata attenta a questi temi. Esistono, invece, una miriade di associazioni, gruppi, comitati, riconosciuti dal MAE (Ministero degli Affari Esteri) o meno, i quali sono sul campo da anni. Rossella Urru è ormai un nome caro a tutte le sarde e i sardi. Ma sono centinaia, migliaia, le giovani e i giovani impegnati, a titolo volontario o come cooperanti, in questo settore. Amano la pace e la fratellanza, e si impegnano a raggiungerla.

Con questo atto, le istituzioni si avvicinano a questo mondo.

Cagliari è più vicina a Tunisi che a Roma. Tuttavia, non sappiamo quasi nulla di quella realtà. Non sappiamo quasi nulla dei popoli del nostro mare, il Mediterraneo. Non ci poniamo l’obiettivo di costruire relazioni sociali, economiche, politiche, diplomatiche.
Rispetto a ciò, la Sardegna deve invertire la rotta. Con questo piccolo gesto abbiamo indicato la strada: lo vogliamo, lo dobbiamo fare.

Enrico Lobina – Consigliere comunale, Cagliari

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share