I Rossomori: “La sinistra di Sardegna siamo noi”

Dalla segreteria nazionale del partito dei Rossomori riceviamo e pubblichiamo

In questi mesi la politica sarda è impegnata a trovare gli assetti più idonei per affrontare le prossime elezioni regionali.

Come sempre capita ci sono quelli che, avendo un concetto di liquidità della politica, cercano di capire e di carpire con chi è meglio schierarsi e con chi conveniente fare accordi. Chiaramente l’obiettivo riguarda fondamentalmente l’autoperpetuazione diciamo che sono i cosiddetti camaleontici.

E ancora scopriamo che uomini di destra, che governano con la destra e che in qualunque organizzazione abbiano militato sono stati forieri di rotture e di tensioni, ora ritengono di poter essere i migliori condottieri per il centro sinistra. Centrosinistra che essi giudicano vecchio e inadeguato, migliorabile solo con il “di costoro” contributo!

Inoltre, scopriamo di neopartiti e movimenti che possono allearsi indifferentemente a destra o a sinistra, e che anzi irridono chi si definisce di sinistra.

A detta loro, Destra e Sinistra sarebbero un retaggio del passato e per dimostrare la giustezza delle proprie posizioni iniziano ad elencare una serie di strade e di ponti per chiedere se sono di destra o di sinistra.

Scriveva Bobbio: chi dice che destra e sinistra non esistono più, è certamente di destra! Io sono molto d’accordo con Bobbio.

Ridurre la politica a mero tecnicismo ed a esclusivo ruolo amministrativo, secondo lo schema Gelli del potere, non solo distrugge la politica, ma nega al popolo governi capaci di innovare e di costruire futuro.

Per me che faccio politica dall’età di 16 anni, le tensioni a destra della coalizione di centrosinistra e soprattutto del PD sono decisamente incomprensibili. Basta dare uno sguardo a come si sta componendo la geografia politica per le prossime regionali: il centrosinistra non soffre al centro o a destra, bensì soffre a sinistra. E’ infatti a sinistra che è aumentata la concorrenza con il costituirsi di movimenti e di candidature che usano i linguaggi tipici della sinistra e affrontano le tematiche che le sono proprie, una fra tutte quella dell’ecologismo e dei diritti.

La coalizione di centrosinistra dovrebbe rafforzarsi a sinistra non a destra. Soprattutto dovrebbe puntare alla valorizzazione di quei partiti che possono fungere da argine alla fuga di consenso, mente invece questi partiti sono i più mortificati attraverso operazioni di concorrenza interna che spostano la coalizione verso destra, cioè rafforzando le posizione che rendono più debole la coalizione.

Rossomori chiede un cambio d’impostazione rafforzando la sinistra nella coalizione. E chiedo al PD di avviare e condividere questo mio ragionamento per vincere le elezioni e per governare la Sardegna. Per vincere e per governare servono atti di coerenza e il coraggio di respingere le ammucchiate.

Rossomori ritiene che governo di sovranità e governo di sinistra dovrebbero essere caratteristica riconoscibile della coalizione.

Se avessimo la capacità, tutti quanti, di tornare alla radice del nostro pensiero politico, scopriremo molto banalmente che la nascita della sinistra nel post Rivoluzione Francese, fondava la propria filosofia politica sul tema dell’uguaglianza. Ai nostri giorni, il tema dell’uguaglianza in senso progressista non significa fondare una società immobile e livellata, significa offrire pari opportunità, significa la realizzazione effettiva dell’art. 3 della Costituzione italiana.
Una sinistra debole favorisce un’organizzazione dei poteri e del governo da cui deriva una società fondata sulla diseguaglianza.

Il meccanismo principe attraverso il quale si costruiscono equilibri e si riducono le diseguaglianze è il lavoro. E’ il lavoro lo strumento attraverso il quale si distribuisce in modo efficace la ricchezza e con il quale si colmano le diseguaglianze.

Se diamo uno sguardo ai dati della banca d’Italia verificheremo molto rapidamente quanto sia assente la sinistra e la politica di sinistra. La ricchezza privata in Italia è pari 9.448 miliardi di euro che al netto dei mutui e delle finanziarizzazioni è pari a 8.600 miliardi di euro. Tale ricchezza è posseduta per il 47% dal 10% degli italiani. Mentre la quota dei redditi, cioè quelli distribuiti tramite il lavoro, è diminuita negli ultimi 10 anni del 16%, la ricchezza privata complessiva cresce dell’1,3%.
E in Sardegna come va?
Il sistema socio-economico sardo, ne fa la regione più squilibrata e diseguale di tutta l’Europa.
La media dei redditi pro-capite annui è inferiore di 5 mila euro rispetto a quella italiania
Gli investimenti in ricerca sono pari allo 0,6 % del Pil contro l’1,1% della media italiana.
In Sardegna si depositano all’anno 18 brevetti, contro i quasi 4 mila totali italiani.
la percentuale di laureati tra la popolazione con più di 24 anni che non arriva al 12 per cento, siamo fra ultime dieci regioni in Europa.
La disoccupazione è pari al 15%, raggiunge il 50% nei giovani sotto i 30 anni.

Ma se analizziamo settore per settore ci renderemmo conto che la diseguaglianza è una caratteristica totalizzante.
La disuguaglianza riguarda il divario fra nuove generazioni e generazioni adulte.
La disuguaglianza riguarda la differente possibilità di accesso alla giustizia e all’impossibilità per chi non ha reddito (vedi un qualunque ricorso al TAR) di escutere il proprio diritto.
Essere né di destra né di sinistra, cioè neutri, è incompatibile con qualunque proposta di governo che punti a modificare l’attuale situazione di squilibrio.

Noi Rossomori non siamo convinti che il grossista e il mediatore di prodottoti ortofrutticoli e agricoli sia nella medesima situazione e capacità contrattuale del contadino o del bracciante agricolo.
Noi Rossomori non siamo convinti che il pastore e l’industriale del latte siano esattamente nella stessa posizione e condizione.
E riteniamo che fra operaio e industriale vi siano differenze e che fra bancario e banchiere corra uno spazio importante.

La GDO e il negozio di vicinato, non sono la stessa cosa, e tra lo speculatore mattonaro e l’artigiano in subappalto v’è ugualmente una certa distanza. Il popolo non è un soggetto neutro. Il lavoro e il sistemi di redistribuzione della ricchezza non sono neutri. Il modello di s viluppo che intendiamo dare alla nostra Sardegna non è neutro.

V’è molta differenza fra un sistema di produzione energetica basato sul carbone e un altro basato sul mix energetico e sul rispetto dell’ambiente e della salute. V’è differenza fra un sistema industriale sostenibile e uno che in nome del profitto punta a sfasciare tutto.

Rossomori è la sinistra di Sardegna. Non è un’opzione. Non siamo neutri.
Fare politica per noi non è un espediente per autocelebrarci o per ottenere un posto al sole, il nostro è un progetto politico istituzionale, culturale ed economico per una Sardegna più prospera, più equilibrata, più giusta, più sovrana. Un progetto che punta a dare alla Sardegna e alla società sarda e alle nuove generazione un futuro migliore.

Abbiamo scelto di portare la nostra specificità e le nostra elaborazioni nel centrosinistra per arricchirlo, per connotarlo a sinistra e per titolarlo sovranista. Noi non siamo il centrosinistra, siamo i Rossomori. Siamo un soggetto indipendente da Roma e da via Emilia, e faremo sempre scelte di coerenza in nome di coloro che aspiriamo di rappresentare.

Salvatore Melis (Segretario Nazionale Rossomori).

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