Gianni Loy: “Per il governo Cagliari un incontro tra gruppi di base cattolici, circoli di quartiere, istanze autonomiste”

Il mosaico delle componenti che concorreranno alle elezioni comunali del prossimo anno, si va componendo. Alcuni già scalpitano negli stalli di partenza ma manca, ancora, un importante tassello. Si tratta, a parer mio, di quello più importante, più radicato nella voglia di partecipazione di tanti cittadini che resistono ad una politica ridotta ad immagine e tornata nel pieno controllo di gruppi di interesse, di potentati, di correnti di organizzazioni politiche la cui partecipazione democratica, ahinoi, sembra svanita nel nulla.

Mi riferisco a gruppi ed a organizzazioni di cittadini attenti sia alle necessità vitali di una città in evoluzione attenta ai bisogni dei cittadini, soprattutto dei più deboli, sia ad ispirazioni ideali che cementando la solidarietà tra i cittadini costituiscono il fondamento per la costruzione di una convivenza solidale sulle cui sole basi può costruirsi il progresso.

Si tratta di esperienze, ricche e promettenti che spesso, per diversi motivi, procedono per percorsi paralleli e, a volte, persino si ignorano. Eppure sono fondamentali. Non credo che un progetto politico che ambisca a governare la città possa fare a meno della straordinaria ricchezza di quei valori del mondo cattolico che Papa Francesco va predicando in saio francescano. Né che possa fare a meno di quelle esperienze di partecipazione diretta dei cittadini, magari quartiere per quartiere, problema per problema, che sembrano riprendere vigore. Né che possa prescindere da quell’aspirazione all’autogoverno testimoniata da un movimento, sardista, autonomista, indipendentista, anche questo, purtroppo, ancora frammentato.

Credo che sia il tempo che tutte queste realtà facciano un passo avanti. Spero che comprendano che, pur mantenendo ciascuna la propria identità ed i propri programmi, quando si tratta di immaginare un nuovo e diverso governo della città, sia opportuno e doveroso trovare una sintesi in un programma condiviso. Si tratta di un presupposto indispensabile per lanciare una sfida vera, credibile.

Esistono già riferimenti precisi, coordinamenti che lavorano in questa direzione, ma non è sufficiente, dovranno aprirsi anche ad altre istanze, ad esempio a quelle del mondo sardista. Le differenze che si registrano nei partiti ed organizzazioni che ne fanno parte non impediscono, soprattutto a livello amministrativo, la partecipazione ad un’unica aggregazione, pur conservando le specifiche identità e magari presentandole come proposte articolate agli elettori. Alcuni nomi, credibili e spendibili, in grado di rappresentare una aggregazione con queste caratteristiche, sono già stati avanzati, come Enrico Lobina, Luisa Sassu, Paolo Matta, altri se ne possono aggiungere. E’ però tempo di guardarsi in faccia, senza reticenze, trovare gli elementi di condivisione di un programma costruito per il progresso della città e per dare risposte ai suoi cittadini, soprattutto ai più deboli.

Gianni Loy

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