Franco Contu: “Abbiamo sostenuto gli emiliani terremotati. Ora il nostro credito deve tornare indietro”

Da Franco Contu, già segretario nazionale e oggi dirigente di ProgReS (Progetu Republica), riceviamo e pubblichiamo

Quello che mi ha impressionato maggiormente subito dopo lo shock per le vite perse nella drammatica vicenda che ci ha visto protagonisti in questi giorni è stata la capacità di reazione dei sardi. Soprattutto dei giovani sardi.

Per due motivi: il primo perché non hanno perso tempo ad aspettare che altri venissero a risolvere i problemi più urgenti – come tornare a dormire nelle proprie case- e mi riferisco per esempio al caso di Terralba e delle pompe di Arborea; il secondo perché nessuno ha potuto puntare il dito contro qualche colpevole particolare: perché in questa triste storia(al di là dei soliti noti) siamo tutti colpevoli, abbiamo tutti un carico di responsabilità, per aver taciuto e fatto finta che le cose in Sardegna debbano andare in un modo solamente, che debbano finire male.

Ché in Sardegna siamo così e non possiamo aspettarci di più, zitti e buoni tutti, periferia di noi stessi in un mondo che sta cambiando, in cui basta un grado di temperatura in più nel Mediterraneo per ritrovarci a fare i conti con i drammi di popolo che non ha saputo dire di no all’interesse, che ha preferito svuotare e abbandonare le campagne per riversarsi in città costruite su fiumi che provocano morte.

Subito dopo aver pensato ai miei fratelli sardi, aver pianto con loro senza essermi tirato indietro anche dalle mie responsabilità, ho guardato alla stupidità denunciata in maniera trasversale, che sappiamo invece essere la prassi comune delle imprese, come quella di cercare di recuperare subito il ribasso di gara di un lavoro aggiudicato attraverso le varianti in corso d’opera, per poi andare avanti all’infinito, spremendo ogni bando di gara fino all’osso, drenando i soldi pubblici e mettendo a rischio opere necessarie alla salvaguardia della vita umana.Per poi lanciare il mio ricordo a qualche anno fa, al terremoto che ha scosso l’Emilia Romagna e che ha visto i sardi protagonisti e solidali, sicuramente attraverso il loro principale istituto di credito, il Banco di Sardegna, che ha messo a disposizione il nostro risparmio agli emiliani colpiti.

Non hanno dovuto ovviamente chiedere alcun parere ai sardi dato che la banca è loro, ma sono certo che ora vedremo tornare indietro il nostro credito e risparmio (che già prima del terremoto andava a finire altrove) a favore delle tante e piccole imprese familiari che hanno perso tutto e che non hanno mai vinto la lotteria di un bando pubblico e tutti i giorni devono faticare per portare a casa il pane. Sono certo che l’impegno della politica sarà dedicato a far sì che dall’Italia arrivi quello che è nostro e nulla più, così come sono certo che la magistratura farà luce su un mondo che alle nostre spalle ha venduto la Sardegna ai nostri vicini pieni di debiti. Se tutto ciò non avvenisse sarà un motivo in più per i sardi di prendersi in mano la propria esistenza mandando per la prima volta una indipendentista a rappresentarli davanti allo stato italiano.Questo potrebbe accadere già dal mese di marzo.Dipende solo da noi.

Franco Contu

 

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