Fase 3, turismo nuziale al collasso: la Regione deve correre subito ai ripari

Caro presidente Christian Solinas,

è difficile pensare a un settore, almeno tra quelli legali, che possegga un potenziale economico anche soltanto simile a quello delle feste di matrimonio. Un business supportato dall’antico retaggio per cui tutt’oggi, nonostante i continui attacchi all’arma bianca a cui è sottoposta l’istituzione della famiglia, l’atto che ne celebra la formazione è ancora ritenuto degnissimo di festeggiamenti che debbano essere ricordati per tutta la vita e possibilmente non solo dagli sposi. Soprattutto nella più social tra le epoche, basata sul trionfo dell’apparire sull’essere e della qualità sulla quantità, per cui maggiori risorse saranno inevitabilmente destinate alla cura dei dettagli e dell’originalità della festa piuttosto che a enormi quantità di vivande o a giornate intere di festeggiamenti.

Aggiungiamoci un vertiginoso aumento dei prezzi, guidati dalle consuete logiche di mercato. Ne consegue che la quantità di denaro circolante per feste sempre più curate, ma essenziali, è notevole. Specialmente in Italia, dove diciamola tutta, più che altrove, l’apparenza, anche nella sua migliore concezione possibile e la ricerca dello stile la fanno da padroni. E ancor più specialmente in Sardegna, tra le principali mete di “matrimoni di importazione”, il cosiddetto destination wedding, che oramai può dirsi a tutti gli effetti voce di turismo, per giunta di categoria medio-alta. Il fatturato dell’industria dei matrimoni nell’isola supera i 700 milioni. Per colpa del Covid si presume un calo di ricavi dell’80 per cento: sono circa 5mila i matrimoni annullati stimati.

Il vero problema consiste nel fatto che il matrimonio ormai sempre meno significa esclusivamente pranzo o cena al ristorante, che per giunta, se e quando riuscirà ad riaprire, avrà almeno modo di campare d’altro. Si sta sempre più consolidando l’usanza di eventi all’aperto in luoghi pubblici, come spiagge, campagne e parchi, o privati, che coinvolgono un’intera rete di professionisti dediti esclusivamente a questo (catering, noleggio arredi, wedding planner, event designer, fioristi, animatori etc.) che in questo momento se la situazione rimane invariata possono mettersi un bel cappio al collo.

In questi primi giorni di giugno (già tardi in realtà) Campania e Sicilia hanno deliberato in merito, emettendo le proprie linee guida e la Puglia ha addirittura proposto un bonus agli sposi che desisteranno nel rinviare la festa al 2021. La Regione Lazio si è limitata a pubblicare un’integrazione a una precedente ordinanza in merito alle misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid che se non altro vede comparire la voce catering nell’articolo dedicato alla regolamentazione della ristorazione.

La Sardegna ha necessità di ripartire e questo settore sarebbe da considerarsi un potentissimo propulsore. È dunque lecito auspicare l’arrivo di tali linee guida, sulla falsariga di quelle pubblicate dalle altre regioni, possibilmente non nell’ordine delle tempistiche a cui ci ha abituati questa amministrazione, e soprattutto lineari, attendibili e guidate da buon senso e un po’ di sana mentalità produttiva. Presidente Solinas, faccia presto!

Fabrizio Pusceddu

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