La Sardegna è ricoperta dall’amianto. Bonifiche lente: la fine lavori è nel 2056

Scuole, case, capannoni, edifici pubblici, impianti idrici, siti industriali. L’amianto è dappertutto. A distanza di ventisette anni dalla messa al bando di questa fibra killer, dannosa per la salute, in Sardegna è ancora presente in oltre otto milioni di metri quadrati. Un dato impressionante che l’Isola forse riuscirà ad azzerare solo nel 2056. A questi numeri, peraltro, andrebbe il dato sugli edifici privati, ma è difficilissimo da stimare.

È quanto emerge dal report ‘Liberi dall’amianto’ pubblicato da Legambiente ad aprile 2018, la fotografia più aggiornata disponibile in Rete sulla presenza di questo materiale in Italia e sullo stato dell’arte delle bonifiche in ogni Regione. 

Elaborazione Legambiente su dati Regioni – Aprile 2018

Nell’Isola dal 2015 al 2018 è stato ultimato il censimento delle aree inquinate. L’amianto è presente in 756 aree industriali e 1.377 edifici pubblici, mentre sono 662 le coperture costruite in eternit. In totale i metri quadrati sono appunto oltre 8 milioni e collocano la Sardegna al terzo posto in Italia. Si tratta, come detto, di un dato parziale, perché è al netto degli immobili privati.

A guardare i dati pubblicati, è evidente come il lavoro da fare sia ancora tanto, soprattutto sugli edifici pubblici: quelli ‘ripuliti’ sono 58 per un totale di 34.736 metri quadrati, mentre in un solo sito inquinato da amianto si è giunti alla conclusione delle bonifiche. Rimangono 1.319 immobili da riqualificare per oltre 432mila metri quadrati, il 5,4 per cento della superficie totale contaminata.

Le operazioni però vanno avanti:  dopo quelli stanziati nel 2018, è del 10 dicembre scorso la delibera con cui  la Giunta regionale ha messo a disposizione 3,2 milioni di euro per eliminare l’amianto da edifici pubblici e privati. Di questi, 300mila euro saranno utilizzati per un programma straordinario di bonifiche nelle tubature idriche costruite in eternit: Abbanoa deve ancora ‘ripulire’ oltre 2mila chilometri di condotte, al Consorzio di bonifica della Sardegna centrale ne rimangono 750 mentre a quello meridionale 124,78. 

Dati: Regione Sardegna 2019

Un quadro generale preoccupante nonostante l’Isola negli ultimi anni abbia fatto passi in avanti.  La Regione infatti, a dicembre del 2015, ha approvato il Piano regionale per l’amianto, con ventitré anni di ritardo dalla legge nazionale 257 del 1992. Tecnicamente si chiama ‘Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto’. Tra questi il nemico numero uno si chiama asbestosi, una malattia dovuta alla cronica inalazione di grandi quantità di fibre d’amianto che va a colpire soprattutto i polmoni. Una patologia che negli ultimi anni ha colpiti tanti operai del polo industriale di Ottana: arrivati alla pensione, ora sono impegnati a combattere non solo con la salute ma anche con la burocrazia per il riconoscimento della malattia professionale. Di più: gli ultimi dati disponibili riguardanti il controllo sanitario predisposto dalle Assl sarde (Aziende socio sanitarie locali) evidenziano anche altre malattie. Nel 2018 in tutto sono stati registrati 83 casi, il totale dal 2010 invece è di 618 persone ammalate. 

Malattie asbesto-correlate riscontrate nella sorveglianza sanitaria. Dati: Regione Sardegna

Prima di avere un’Isola completamente libera dall’amianto probabilmente si dovrà attendere il 2056. “Le uniche amministrazioni regionali che hanno indicato una data per la completa rimozione dell’amianto – è scritto nel report – sono la Basilicata (2099), Lombardia e la Sardegna (40 anni dall’approvazione del piano)”. Una situazione allarmante che a ottobre ha portato ventitré consiglieri regionali a chiedere l’istituzione di una commissione d’inchiesta sull’amianto. Un’iniziativa bipartisan per fare luce sul numero dei decessi e dei malati negli ultimi cinque anni e mappare con esattezza la presenza dell’amianto nell’Isola.

Andrea Deidda

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