Terremoto alla Nuova Sardegna. Oggi il consiglio di amministrazione della Finegil, la holding cui fanno capo le testate locali del gruppo editoriale L’Espresso, approverà l’incorporazione della storica testata sassarese, ora organizzata in società per azioni e quindi autonoma.
Per gli addetti ai lavori, l’operazione potrebbe mettere in discussione il radicamento della testata nel territorio e, in parallelo, si avrebbero ripercussioni anche dal punto di vista finanziario, visto che la Regione perderebbe una parte delle imposte versate ogni anno dal quotidiano in terra sarda.
Un primo, dirompente, effetto lo si è avuto pochi giorni fa, quando l’operazione è stata comunicata ai soci, con le dimissioni immediate dello storico componente del consiglio di amministrazione Piero Bua, ufficializzate in una durissima lettera d’addio inviata al patron Carlo De Benedetti.
“Si tratta di una decisione già assunta – ha scritto Bua lunedì scorso -. Non voglio essere compartecipe della soppressione di un’azienda storica che ha resistito con orgoglio alla violenza fascista, alle macerie della Sir (l’azienda di Nino Rovelli, che acquistò la testata nel 1967 per poi cederla nel 1980 a De Benedetti, ndr) e alle dinamiche evolutive del mercato”.
Bua quindi ricorda “quel gentiluomo di Carlo Caracciolo (azionista di maggioranza del gruppo L’Espresso dal 1956, scomparso nel 2008, ndr) e l’impegno assunto “al cospetto dell’allora presidente della Regione Armandino Corona sulla necessità di salvaguardare l’autonomia e il radicamento della Nuova nel proprio territorio. La morte, comunque, cancella anche i solenni impegni”.
Secondo fonti attendibili, De Benedetti avrebbe sì risposto a Bua, ma senza arretrare, nella sostanza, di un millimetro.
La decisione riguarda l’assetto societario. Quanto all’aspetto giornalistico, La Nuova Sardegna da anni opera in sinergia con i quotidiani del gruppo l’Espresso e non dovrebbero esserci modifiche rispetto al prodotto in edicola e alla linea editoriale. Dal momento dell’acquisizione, d’altra parte, tutti i direttori che si sono succeduti sono stati professionisti provenienti dalle testate locali e nazionali del gruppo.