Clivati congela la centrale a carbone “per la gallina prataiola”. Ma gli ambientalisti: “Pericolo inquinamento”

La via del carbone non passerà per il centro Sardegna, almeno per ora. In seguito alla decisione della Regione di istruire la Valutazione d’impatto ambientale, il patron di Ottana Energia Paolo Clivati ha infatti congelato il progetto di riconversione della centrale termoelettrica. Insomma, non tanto una rinuncia al piano di sostituire l’olio combustibile con il carbone, quanto un riposizionamento tattico: molto dipenderà dal confronto, auspicato dallo stesso Clivati, con la giunta Pigliaru e il nuovo governo Renzi. Un passo indietro, tuttavia, all’insegna della polemica: tra le perplessità manifestate dall’Assessorato all’ambiente, l’imprenditore milanese sembra infatti aver recepito solo quelle relative alla riproducibilità della Gallina prataiola, specie rara diffusa nella piana di Ottana. Mentre nulla dice sui rischi per la salute umana che la riconversione a carbone della centrale comporterebbe.

“In futuro – scrive Clivati nel comunicato con cui ha annunciato il congelamento del progetto – si dovranno includere valutazioni sul successo riproduttivo della popolazione di Gallina prataiola, problema per cui la Società Ottana Energia si è già attivata, cercando i più aitanti Galli disponibili nei pollai del territorio”. “Si prende purtroppo atto – continua la nota della società – che temi come questi sembrano essere di fondamentale importanza rispetto alla tutela dei posti di lavoro e che pochissimi amministratori del territorio prendono convinta e formale posizione a difesa della poca produzione industriale”.

“Ma non solo di galli, galline e posti di lavoro si tratta”, ribatte Stefano Deliperi dell’associazione ambientalista “Gruppo d’intervento giuridico”, per il quale “siamo di fronte a un imprenditore presuntuoso che preferisce parlare della riproduzione della gallina prataiola anziché delle serie e documentate preoccupazioni per la qualità dell’aria e della salute umana che hanno portato ad assoggettare il progetto a V.I.A”. Insomma, “Clivati tace sulle carenze progettuali relative al mancato utilizzo di sistemi di abbattimento degli inquinanti come l’ossido di azoto e il biossido di zolfo emessi dal camino della caldaia e la diffusione di polveri ultrasottili e altri microinquinanti, tra i quali metalli”, continua Deliperi. “Sono queste le criticità che non permettono di escludere impatti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute umana”, così motiva l’Assessorato all’Ambiente la decisione di ulteriori verifiche. Sulla stessa lunghezza d’onda il WWF Sardegna e il comitato macomerese “Non bruciamoci il futuro”, di cui sono state accolte le osservazioni durante la fase di screening, che aggiunge: “Stupisce che queste criticità non vengano prese in seria considerazione dal Sig. Clivati, e, ancor di più, che siano oggetto di banale denigrazione e di affermazioni di basso profilo da parte di chi evidentemente non è abituato a fare i conti con cittadini responsabili e informati e, perché no, anche con le galline prataiole”.

Piero Loi

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