Natura selvaggia in mezzo alla roccia: Gorroppu e le Grotte del Bue marino

Sulla costa ogliastrina, in Provincia di Nuoro, a Cala Gonone, nel territorio di Dorgali, è possibile ammirare un capolavoro nato nella roccia: le Grotte del Bue marino. Questo nome non è altro il modo in cui le popolazioni locali chiamavano la foca monaca. Le grotte sono a picco sul mare e si aprono con due arcate per un totale di quindici chilometri di gallerie e cavità marine, suddivise in due vie principali. L’unico ramo visitabile è quello sud, che si estende per novecendo metri ed è illuminato per facilitare il percorso e per godere pienamente delle meraviglie che la natura ha saputo creare all’interno delle grotte. Di particolare fascino è l’effetto che si ha quando il mare incontra la roccia, e inoltre, ci sono all’interno della cavità numerosi laghetti di acqua dolce, che si formano grazie ai numerosi fiumi sotterranei, ai quali si alternano piccole porzioni di piccole spiaggette. Il ramo sud finisce nella ‘Spiaggia delle foche’ chiamata così perché è il luogo in cuisi verificava l’accopiamento delle foche e dove l’acqua dolce delle grotte incontra quella salata del mare. Nelle Grotte del Bue marino è possibile rintracciare i segni del passato, visto che la cavità presenta numerose incisioni rupestri che risalgono al neolitico in cui è raffigurato un cerchio umano attorno a quella che potrebbe essere la rappresentazione del sole.

Panorama di Gorroppu

Basta spostarsi di una trentina di chilometri verso l’interno per ammirare, incastonato nel Supramonte, il canyon di Gorroppu, uno tra i più spettacolari e profondi di tutte l’Europa. La gola di origine erosiva attraversa il territorio di Orgosolo, nel Nuorese, per arrivare a quello di Urzulei nella selvaggia Ogliastra. Uno spettacolo della natura che ha lavorato la roccia nei secoli attraverso l’erosione del rio Flumineddu che scorre sul fondo a una profondità di 500 metri. Lunghe còdule, canaloni calcarei, lunghi tanto da arrivare fino al mare, gole e grotte caratterizzano il paesaggio tra i più selvaggi dell’Isola, dove è possibile ammirare piante di ginepro ed esemplari della fauna sarda come l’aquila reale e il muflone. Come per le Grotte del Bue marino, anche nel canyon natura e preistoria convivono: infatti è possibile ritrovare nel cammino torri, villaggi nuragici e tombe dei giganti. Un luogo fantastico, testimone della resistenza del popolo sardo che, grazie a questo tipo di paesaggio ha saputo resistere alle invasioni. La magia è accresciuta anche dalle leggende attorno a Gorropu tra cui quella che racconta che dal punto più stretto della gola, che raggiunge una profondità di 450 metri, sia possibile vedere le selle in pieno

 

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