L’antica miniera di Funtana Raminosa: un’opera di archeologia industriale

Nel corso della storia ha rappresentato una delle tante miniere presenti in Sardegna, poi come tutte è entrata in crisi ed è stata chiusa. Ora potrebbe essere rilanciata dal punto di  vista turistico. È la miniera di Funtana Raminosa (letteralmente il ‘pozzo di rame’) presente nel territorio di Gadoni, paese di circa 800 abitanti tra le montagne del Nuorese. Le sue origini risalgono alla preistoria. I nuragici utilizzarono questo luogo per estrarre uno dei componenti fondamentali per realizzare quei bronzetti che ancora oggi sono testimoni del lontanissimo passato dei sardi. Successivamente l’insediamento venne sfruttato dalle popolazioni fenicie, cartaginesi e romane.

Di questi passaggi rimangono ancora oggi due importanti gallerie tra i centocinquanta tunnel che si ramificano nel sottosuolo: la galleria ‘Fenicia‘ e la galleria ‘Romana‘. A scoprirle nella storia recente furono gli esploratori del XIX secolo. Nel corso del ‘900 invece venne avviata un’estrazione del materiale di tipo industriale, un sorta di età “moderna” per il rame che vide protagoniste aziende belghe, spagnole, francesi, americane e italiane. Come riporta il sito dell’Igea, società che si è occupata di gestire la miniera dopo la chiusura, “i lavori di perlustrazione del sottosuolo vennero approfonditi nel 1882 da Vincenzo Ridi: fu il primo ricercatore che adottò, in questa miniera, moderni lavori di esplorazione. La vera scoperta di un ricco giacimento si deve però agli ingegneri Emilio Jacob e Luigi Sanna Manunta. Quando, nel 1913, la miniera passò all’avvocato Paolo Guinebertière che negli anni seguenti fondò la Societè anonyme des mines de cuivre de Sardaigne, questa miniera conobbe nuove tecniche estrattive”. In funzione, la miniera pullulava di operai: “Il trasporto del materiale era molto complicato per le distanze tra i vari cantieri e i grandi dislivelli del terreno roccioso. Problemi che vennero comunque superati con la costruzione di due teleferiche”.

L’attività estrattiva entrò in crisi negli anni Sessanta e si concluse definitivamente nel 1983, non senza la contrapposizione degli operai che occuparono la miniera per venti giorni con l’obbiettivo di difendere i posti di lavoro. Una protesta vana. Oggi però, nonostante la pandemia, per Funtana Raminosa si aprono nuovi scenari. Dall’inizio del 2020 la miniera è aperta al pubblico con l’obiettivo di valorizzare un gioiello di archeologia industriale e accogliere i turisti che possono così ripercorrere la storia della miniera e il lavoro dei minatori.

 

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