Dal buio della miniera al mare più blu: ecco Porto Flavia e la Galleria Henry

Operai e minatori non ci sono più ma i luoghi che percorrevano ogni giorno con fatica sono ancora là, aperti ai turisti desiderosi di trekking e passeggiate. Tra i numerosi siti minerari dismessi e recuperati o in attesa di una nuova vita, nell’Iglesiente – costa sudoccidentale della Sardegna – spiccano Porto Flavia, affacciato sul Pan di Zucchero, il più grande faraglione del Mediterraneo, e la Galleria Henry. 

L’immagine tipica del lavoro in miniera è legata all’oscurità del sottosuolo, ma in queste due località dal buio delle gallerie si arriva fino al mare cristallino.  Porto Flavia, nel territorio di Masua, prende il nome dalla figlia dell’ingegnere Cesare Vecelli che curò l’intervento ultimato nel 1924, quando le miniere erano di proprietà della ditta belga Vielle Montagne. Il percorso nel ventre della montagna è di circa 600 metri e permette di raggiungere l’affaccio sul mare con davanti l’imponente Pan di Zucchero che, con i suoi 132 metri d’altezza, è il più grande scoglio d’Europa. Dopo le fasi di estrazione e pulizia, i minerali venivano caricati su dei barchini a vela che facevano la spola con la vicina isola di San Pietro dove le grandi navi mercantili aspettavano ai moli di Carloforte. L’ingegnoso sistema del porto sospeso nella roccia rivoluzionò tempi e costi degli spostamenti perché quelle grandi finestre affacciate sul mare permettevano alle imbarcazioni di arrivare fino a lì sotto per accogliere direttamente i carichi di minerali.

Proseguendo verso nord, lungo la Provinciale 83, si passa nel territorio del Comune di Buggerru e si può visitare la celebre Cala Domestica (nella foto), con le sue due spiagge circondate dalle alte rocce calcaree. Colori unici per quelle insenature più volte sfruttate come set per video musicali e spot televisivi. Sulla sponda sinistra del paese si trova anche la Galleria Henry.  Nell’altopiano che separa Buggerru da Cala Domestica si estraevano i minerali che attraverso la galleria venivano portati nel paese. Poi il trenino proseguiva il suo tragitto fino a raggiungere l’altra parte di Buggerru, dove si trovava la laveria. Una delle peculiarità della Galleria Henry è che la si percorre proprio a bordo di un piccolo convoglio, attraversando la roccia per poi affacciarsi sulle meravigliose scogliere a picco sull’acqua.

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